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No, le spese del governo Conte non sono cresciute di oltre 640 milioni di euro in un anno

Ha avuto grande diffusione la notizia secondo la quale con il governo Conte le spese di Palazzo Chigi sarebbero aumentate di oltre 640 milioni di euro. La notizia è parzialmente corretta, ma la propaganda di parte dell’opposizione è distorsiva e confondente. Le cose, infatti, stanno in maniera alquanto diversa e le spese dirette di Palazzo Chigi non sono aumentate in modo considerevole. Proviamo a fare chiarezza, dando un’occhiata ai bilanci.
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Ha avuto una certa diffusione negli ultimi giorni la notizia di un aumento di oltre 640 milioni di euro di spese della Presidenza del Consiglio da quando è in carica il governo guidato da Giuseppe Conte e sostenuto da Lega e Movimento 5 Stelle. Dopo un articolo del quotidiano Il Tempo, la vicenda ha avuto grande rilevanza con la diffusione di un video in cui una giornalista di Quarta Repubblica chiedeva conto di tale aumento direttamente al vicepresidente del Consiglio Luigi Di Maio. Un video diventato in breve virale, anche perché il leader del Movimento 5 Stelle si dimostrava piuttosto spaesato e farfugliava qualcosa sul fatto che l’aumento di spesa fosse determinato dalla presenza “di due vicepremier”. In realtà, la presenza di due vicepresidenti del Consiglio c’entra molto poco con l’aumento delle spese di cui si parla, che è determinato da altri fattori, più di natura tecnica che sostanziale.

Innanzitutto esaminiamo il bilancio di previsione del 2019, disponibile sul sito del governo. Alla voce “spese”, possiamo in effetti notare un incremento per l’anno 2019 pari a oltre 645 milioni di euro (e non 635 come erroneamente riportato in tabella), che fanno salire la previsione di spesa per il 2019 alla ragguardevole somma di 2,14 miliardi di euro, di cui 1,3 miliardi di spese correnti.

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Da cosa dipende questo aumento di spesa? Anche Il Tempo aveva spiegato come il maggiore stanziamento dipendesse dal “ridisegno delle funzioni della presidenza del Consiglio, che ha accentrato lì capitoli di spesa che in precedenza erano sparpagliati fra altri ministeri, aumentandone in qualche caso la dotazione”. In altre parole, sono ora sul bilancio di Palazzo Chigi spese che prima erano riferite ad altri ministeri. In effetti, guardando il bilancio nel dettaglio, si può notare come siano aumentate alcune voci di spesa che prima erano conteggiate sui bilanci di specifici ministeri e come ci sia stato un riequilibrio delle spese di alcuni dipartimenti (tagli inclusi).

Il dipartimento per le Pari Opportunità, ad esempio, vede crescere la propria dotazione di circa 30 milioni di euro; quello per l’Informazione e l’Editoria di 11 milioni di euro; quello per gli Affari Regionali di quasi 16 milioni di euro. A impattare in maniera determinante sul dato finale, però, sono due capitoli di spesa: il Dipartimento per la Protezione Civile passa da una dotazione di 391 milioni di euro a una di 844 milioni di euro, con una previsione di aumento di 452 milioni; quello delle Politiche per la Famiglia, poi, passa da 30 milioni di euro a oltre 177, con una previsione di aumento di 137 milioni di euro per il 2019.

Di cosa stiamo parlando, nello specifico?

Il capitolato 13 del bilancio mostra nel dettaglio come sono ora ripartite le spese per il fondo della Protezione Civile. Essenzialmente l’aumento è determinato dallo stanziamento di 360 milioni aggiuntivi previsto alla voce 766, ovvero, “spese dirette a fronteggiare lo stato di emergenza conseguente agli eventi sismici che hanno colpito il centro Italia a partire dal 24 agosto 2016”; così come nel computo complessivo pesa l’aggiunta di altri 60 milioni di euro al fondo per le emergenze nazionali.

Per l’aumento delle spese sotto la voce “Politiche per la Famiglia”, invece, è determinante l’aumento del Fondo per le Politiche per la Famiglia disposto dalla legge di bilancio (qui per capire di cosa si tratta e a che serve).

Pagella Politica di AGI, in questo pezzo, si occupa poi di determinare con maggiore precisione le spese della Presidenza del Consiglio in senso stretto, considerando appunto la voce di spesa “Somma assegnata alla presidenza del Consiglio dei ministri”, che dal 2017 ingloba le voci che prima erano scorporate in “spese di funzionamento” e “spese obbligatorie” di Palazzo Chigi.

Si legge su AGI:

Nel 2019, la somma assegnata alla presidenza del Consiglio dei ministri è pari a 333,3 milioni di euro circa, mentre nel 2018 era stata pari a 332,3 milioni di euro circa. La spesa è in sostanza la stessa, visto che il leggero aumento, pari a poco meno di un milione di euro (991.695 euro per la precisione), è lo 0,3 per cento circa del totale.

In conclusione, è evidente come la riduzione "le spese di Palazzo Chigi sono aumentate di 640 milioni di euro" sia una mezza bufala (almeno nella versione rilanciata da parte dell'opposizione), perché sembra implicare un aumento rilevante delle spese per il funzionamento della Presidenza del Consiglio in senso stretto. Come visto, invece, la macchina della Presidenza del Consiglio (e delle due vicepresidenze) costa ai contribuenti circa un milione di euro in più, mentre l'aumento totale di 645 milioni dipende da una riorganizzazione dei finanziamenti e dall'aumento della dotazione di fondi specifici, disposto dalla ultima legge di bilancio.

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A Fanpage.it fin dagli inizi, sono condirettore e caporedattore dell'area politica. Attualmente nella redazione napoletana del giornale. Racconto storie, discuto di cose noiose e scrivo di politica e comunicazione. Senza pregiudizi.
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