Green pass, Italia a rischio blocco: scioperi portuali e autotrasportatori, il Viminale teme scontri
Ci siamo. A un mese dall'annuncio del governo – e dal decreto legge – domani entrerà in vigore l'obbligo di green pass sul posto di lavoro. Più ci avviciniamo al 15 ottobre, però, più sale la tensione. Dopo la manifestazione di sabato scorso a Roma il Viminale teme altre proteste violente, visto che i segnali – anche stavolta – non sembrano mancare. La linea dell'Interno e della ministra Lamorgese è chiara: se partono cortei non autorizzati bisogna intervenire immediatamente ed eventualmente – se necessario – anche con la forza. Occhi puntati sui palazzi delle istituzioni e sulle sedi sindacali, ma domani le proteste potrebbero scattare ovunque e allo stesso modo degenerare. Lamorgese è stata chiara con i suoi: non si possono fare altri errori di valutazione.
Green pass, la protesta dei portuali da Trieste a Genova
Il rischio che domani l'Italia si blocchi, intanto, aumenta sempre di più. La protesta portata avanti dai portuali di Trieste, che chiedono di sospendere il green pass per tutti i lavoratori, si è allargata a macchia d'olio. Poco importa se le aziende portuali hanno dato disponibilità a pagare il tampone per i lavoratori, l'obiettivo è l'abolizione della certificazione verde. Si teme che lo sciopero possa estendersi anche agli altri porti italiani – uno su tutti quello di Genova – snodi centrali per il transito delle merci. Ma c'è un altro fronte aperto, altrettanto pericoloso: "Se gli autotrasportatori esteri potranno venire in Italia senza il green pass e questo verrà invece imposto alle imprese italiane – ha annunciato il presidente di Conftrasporto-Confcommercio Paolo Uggè – stiamo valutando di invitare le imprese a fermare i camion".
Un autotrasportatore su tre non ha il green pass
Ci sono alcuni settori più a rischio blocco e altri meno, per capire qualcosa in più bisogna dare un'occhiata alla percentuale di vaccinati. Ad esempio al porto di Trieste, secondo alcuni dati, si sarebbe vaccinato poco più del 60% dei lavoratori. Secondo quanto riporta Repubblica, tra gli altri settori in bilico c'è proprio quello dei trasporti: un camionista su tre non avrebbe il green pass, secondo le stime; situazione analoga nei campi, dove un lavoratore su quattro è senza certificazione verde. Tra le forze dell'ordine il record di no vax è tra i reparti mobili, che si occupano di far rispettare l'ordine pubblico: qui la percentuale sale fino al 30%, in generale è intorno al 20%. Senza green pass anche un terzo dei lavoratori domestici, un decimo di chi lavora nel trasporto pubblico e nei bar e ristoranti. Nei negozi e supermercati il personale è quasi tutto immunizzato. Secondo il ministro Speranza, l'introduzione del green pass obbligatorio sul lavoro ha portato ad un punto di svolta: "Siamo ad uno snodo, soprattutto grazie alla campagna di vaccinazione – ha assicurato – In queste ore ci sono tante prime dosi in corso".