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No, Fanpage.it non ha insabbiato l’inchiesta su Aboubakar Soumahoro come dice “La Verità”

Siamo stati tra i pochi ad aver dato voce ai braccianti che accusavano Aboubakar Soumahoro. Siamo usciti il 14 settembre, in piena campagna elettorale. Ecco perché è surreale sentirsi accusati di aver oscurato l’inchiesta sul deputato di SI-Verdi.
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È strano leggere a pagina 2 di un quotidiano nazionale come “La Verità”, in un articolo a firma di Paolo Gianlorenzo, che Fanpage.it avrebbe insabbiato l’inchiesta sull’onorevole Aboubakar Soumahoro, deputato per la lista Sinistra Italiana-Verdi nonché fondatore della Lega Braccianti, oggi nell’occhio del ciclone per la gestione dei fondi del sindacato di base che difende i diritti dei lavoratori agricoli e per il trattamento chela cooperativa gestita dalla moglie e dalla suocera accorda a chi vi lavora.

Non entriamo nel merito di queste ultime accuse, frutto del lavoro di altri colleghi. Ci limitiamo a ribadire, caso mai ce ne fosse bisogno, che non abbiamo insabbiato proprio un bel nulla. Al contrario, abbiamo dato ascolto – unici, o quasi – a quanto raccontavano i braccianti che hanno condiviso per anni le battaglie con Sumahoro. Ci abbiamo lavorato per mesi, cercando riscontri e interpellando anche lo stesso leader della Lega Braccianti. E una volta pronti siamo usciti con un articolo e un video, che ben poche testate hanno ripreso, La Verità compresa.

Siamo usciti il 14 di settembre, peraltro, in piena campagna elettorale per le elezioni politiche, così come accadde nel caso dell’inchiesta sulla Lobby Nera, quando Giorgia Meloni ci accusò di fare killeraggio contro Fratelli d’Italia alla vigilia del voto amministrativo a Milano. Il tutto, a riprova del fatto che il colore politico non è una discriminante per il nostro lavoro d’inchiesta, così come del resto non lo è l’avvicinarsi di una scadenza elettorale. Quando c’è una notizia, si dà. Quando il servizio è pronto, si esce. Non è difficilissimo.

Ora che la vicenda è diventata di pubblico dominio, anziché gonfiare il petto e partecipare allo stillicidio a mezzo stampa nei confronti di Soumahoro da parte di quegli stessi politici e giornalisti che hanno dormito per mesi, abbiamo fatto quel che facciamo sempre: metterci a testa bassa per lavorare per provare a trovare elementi nuovi che aiutino l’opinione pubblica a farsi un’idea sulla vicenda.

Sentirci dire che abbiamo insabbiato fa sorridere, e pure un po’ incazzare. Sia che questa affermazione provenga da quegli stessi braccianti cui abbiamo dato ascolto. Sia – come crediamo – che sia figlia di una errata interpretazione del giornalista, che – evidentemente poco avvezzo all’uso di Google – nemmeno si è preso la briga di verificare se davvero non avessimo mai pubblicato la nostra inchiesta.

Questi sono i fatti. Tutto il resto è aria fritta.

E l'inchiesta è qua, se qualcuno ha voglia di andarsela a vedere.

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Francesco Cancellato è direttore responsabile del giornale online Fanpage.it e membro del board of directors dell'European Journalism Centre. Dal dicembre 2014 al settembre 2019 è stato direttore del quotidiano online Linkiesta.it. È autore di “Fattore G. Perché i tedeschi hanno ragione” (UBE, 2016), “Né sfruttati né bamboccioni. Risolvere la questione generazionale per salvare l’Italia” (Egea, 2018) e “Il Muro.15 storie dalla fine della guerra fredda” (Egea, 2019). Il suo ultimo libro è "Nel continente nero, la destra alla conquista dell'Europa" (Rizzoli, 2024).
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