Si chiama Sylvi Listhaug e si è tuffata in acqua per capire cosa provasse un immigrato mentre affoga. Lei è il ministro norvegese per l'immigrazione, e prima di tuffarsi ha indossato una muta, di quelle termiche e pesanti, per non sentire freddo.
No, cara Ministro Sylvi Listhaug, i migranti non si sentono come con una muta addosso, spesso non hanno neanche il salvagente, qualche volta mettono il polistirolo attaccato con lo scotch da pacchi alla schiena dei figli, ma non si tratta comunque mai di una muta termica, e infatti i bambini, spesso, affogano.
Affogano anche perché a lezione in piscina il sabato mattina non ce li hanno portati, questi immigrati genitori gente strana che è un casino immedesimarcisi, vero Ministro?
No, cara Ministro Sylvi Listhaug, i migranti non si sentono neanche come dopo un tuffo quando prima si conta, due bagnini ti guardano, una televisione riprende e tutti ridono intorno a te e con te. Di solito il tuffo è un lancio e il lancio è senza preavviso, e intorno non ridono. Di solito urlano, qualcuno è impietrito dal dolore e le televisioni non ci sono mai. Sicuramente nessuno conta prima di lanciarsi.
Per capire come si sentono i migranti, cara Ministro, basta chiederglielo. Ci parli, glielo chieda a loro come si sentono, come stanno, glielo chieda del fumo delle loro case, o di quel taglio nella pelle per la frusta rinforzata di borchie di metallo, come usa nei campi di prigionia libici, prima delle partenze.
Glielo chieda ai migranti, signora Ministro, come si sentono nella parodia della loro tragedia.
Glielo chieda ai migranti, signora Ministro, come si sentono i migranti.