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Guerra in Ucraina

“No a militari italiani in Ucraina”: cosa ha detto Meloni al Consiglio europeo straordinario a Bruxelles

La presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha ribadito la linea italiana del no all’invio di soldati italiani in Ucraina: “Meglio pensare a soluzioni più durature. Estendere l’articolo 5 della Nato sarebbe una soluzione duratura”. Meloni inoltre ha “condotto una battaglia per escludere che i fondi di coesione venissero forzatamente dirottati sulle spese per la difesa”, che è rimasta come clausola volontaria.
A cura di Annalisa Cangemi
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Al Consiglio europeo straordinario di Bruxelles la premier Meloni ha ribadito la linea italiana sul sostegno a Kiev, ribadendo un fermo no all'invio di militari italiani in Ucraina.

Sull'invio di truppe europee in Ucraina "sono molto perplessa, la considero molto complessa e la meno efficace. E ho escluso che possano essere inviati soldati italiani. Meglio pensare a soluzioni più durature. Estendere l'articolo 5 della Nato sarebbe una soluzione duratura. È una cosa diversa dall'ingresso nella Nato però, è estendere la stessa copertura che hanno i paesi Nato anche all'Ucraina. Credo che quella sarebbe una garanzia di sicurezza stabile, duratura, effettiva, più di alcune delle proposte che sto vedendo e per cui sicuramente è una delle proposte che noi mettiamo sul tavolo", ha detto parlando con i giornalisti a Bruxelles, al termine del vertice, durante il quale i leader dei 27 Stati membri Ue hanno adottato le conclusioni sulla difesa europea, all'unanimità. Invece le conclusioni sull'Ucraina sono state adottate da 26 Stati membri, con il no del premier ungherese Viktor Orban al sostegno a Kiev.

Secondo Meloni bisogna fare "tutti gli sforzi possibili" per arrivare alla pace, "Ma una pace giusta ha bisogno di garanzie di sicurezza certe che stanno sempre nell'alveo della Nato, l'unico modo serio per garantirlo è quello, poi ci sono diversi modi per farlo e stiamo portando avanti le nostre proposte". Per la premier, un altro tema è quello delle "missioni di peacekeeping delle Nazioni Unite, ma è tutta un'altra materia perché intervengono quando c'è un processo di pace iniziato e non è la proposta di cui si sta parlando in queste ore".

L'accordo per rafforzare la difesa europea sulla base del piano proposto dalla presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen, prevede la massima flessibilità sulle spese dei paesi membri, la raccolta sul mercato di 150 miliardi con l'emissione di obbligazioni Ue per prestiti ai governi a tassi bassi e a scadenza lunga, la possibilità di utilizzare i fondi della coesione per investimenti per la difesa.

A proposito del piano ReArm Europe proposto dalla Commissione – fino a 800 miliardi di euro per investimenti nella difesa – Meloni ha detto la parola "riarmo" non è quella "più adatta a descrivere quello che stiamo facendo. Il concetto di difesa e sicurezza oggi riguarda tantissimi domini della vita quotidiana dei cittadini e non semplicemente essere dotati di adeguate armi, che è un tema. Ma c'è il tema delle materie prime, della cybersicurezza, delle infrastrutture critiche e tantissimi domini di cui dobbiamo occuparci quotidianamente. Quindi forse stiamo dando messaggi ai cittadini che non sono chiarissimi e bisogna chiarire quel che stiamo facendo".

Meloni: "No a utilizzo fondi di coesione per la difesa"

"Proporrò al Parlamento di chiarire sin da subito che l'Italia non intende dirottare fondi di coesione sugli acquisti di armi", ha aggiunto, sottolineando che l'Italia ha "condotto una battaglia per escludere che i fondi di coesione venissero forzatamente dirottati sulle spese per la difesa. È rimasta una clausola per cui volontariamente le nazioni possono fare questa scelta".

"La presidente von der Leyen individua poi ulteriori possibilità di accedere a prestiti per 150 miliardi di euro che è un'ulteriore possibilità anche se tra le criticità segnalate dall'Italia c'è quella per cui gran parte di queste risorse hanno a che fare in qualche maniera con il debito. Chiaramente quando nazioni come la nostra si approcciano con la materia del debito ci sono dei rischi che vanno tenuti in considerazione. Io penso che ad esempio, e stiamo elaborando adesso questa proposta che verrà portata dal ministro Giorgetti, dal prossimo Ecofin, che si debbano ad esempio immaginare strumenti di garanzia europee per gli investimenti privati sul modello di InvestEU".

"Quindi – ha aggiunto – stiamo facendo delle proposte per cui si possano reperire anche delle risorse per favorire gli investimenti e quindi anche creare posti di lavoro aiutare le aziende con delle garanzie europee per quegli investimenti".

L'apertura su revisione del Patto di Stabilità

Tra le proposte avanzate della presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen sulla difesa è positiva, per l'Italia, quella di "scomputare le spese di difesa nel rapporto deficit/Pil", ha dichiarato ancora Meloni.

"Saluto positivamente anche il fatto che all'indomani della proposta della presidente della Commissione di aprire allo scomputo delle spese di difesa dal calcolo del rapporto deficit/Pil ci sia anche un dibattito che comincia ad aprirsi su una revisione complessiva del Patto di stabilità e crescita. Probabilmente se alcune delle cose che abbiamo detto quando è stato varato il nuovo Patto fossero state ascoltate al tempo un po' di più oggi non saremmo di fronte a questa situazione, ma è sicuramente una notizia che salutiamo positivamente".

"Chiaramente non riguarda, per come la vedo io, un'eventuale revisione del Patto, solamente la vicenda della difesa, riguarda soprattutto la vicenda della competitività, cioè dell'autonomia strategica che riguarda moltissime materie che sara' oggetto del prossimo Consiglio europeo", ha aggiunto la premier

Meloni ancora al lavoro per un incontro con Trump

"Si sta parlando di possibile vertice tra Usa e Ue, da costruire. È un impegno sul quale l'Italia intende lavorare", ha confermato la presidente del Consiglio, ricordando che si tratta di una proposta lanciata da Roma. "Riteniamo sia utile vedersi e parlarsi. Continuiamo a lavorarci. Non ci sono ancora elementi concreti" né date, anche se in questi giorni si era ipotizzato un possibile vertice a fine mese. Meloni questa sera ha sottolineato di aver riscontrato "molto, molto interesse da parte degli interlocutori" sul tema.

Meloni commenta le parole di Putin: "Dice vuole riprendersi tutto? Già sentita in tv"

"L'ho gia sentita in una famosa serie Tv questa", ha risposto con ironia Giorgia Meloni alla domanda sul fatto che Vladimir Putin abbia dichiarato che si ‘prenderà tutto ciò che è nostro' parlando dei territori occupati in Ucraina.

La premier ha anche commentato gli attacchi di Putin a Macron, chiamato "nuovo Napoleone". "Io penso che in questo momento mi pare che siano più manifestazioni verso il proprio pubblico. Non mi interessa. A me interessa arrivare a una soluzione che possa essere effettiva e seria perché noi per questo abbiamo combattuto in questi tre anni. Tutti gli sforzi che noi abbiamo fatto erano per arrivare a una pace giusta, a una pace che avesse delle regole e oggi è grazie a quel lavoro ci sono le condizioni, perché se noi non avessimo supportato l'Ucraina oggi non staremmo parlando di pace. Questo lo ricordo a tutti quelli che dicono che siamo noi, addirittura che sono io che ho scatenato la guerra in Ucraina, ho sentito dire queste cose folli che ogni tanto ascolto. Noi abbiamo lavorato banalmente perché non ci fosse un'invasione dell'Ucraina, perché l'Ucraina rimanesse in piedi e perché ci fossero delle condizioni adeguate per sedersi al tavolo. Oggi siamo arrivati a quel momento e bisogna raccogliere i frutti dei sacrifici che abbiamo fatto".

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