Niente sanzioni per i truffatori del reddito di cittadinanza, il governo Meloni prepara un decreto
Il governo Meloni è pronto a correggere l'errore, anche se difficilmente lo ammetterà. Sul reddito di cittadinanza l'esecutivo di centrodestra ha deciso di disboscare la norma del 2019, cancellando una serie di articoli del testo di legge che introduceva l'aiuto per chi è in difficoltà. La novità è entrata in vigore con la legge di Bilancio, che prevede il taglio del reddito di cittadinanza per chi può lavorare già a luglio e per tutti gli altri a dicembre. Poi, dal 2024, la soppressione degli articoli che disciplinano la misura di sostegno al reddito. Tra questi, però, c'è anche quello che prevede le sanzioni per chi cerca di percepirlo indebitamente. Abrogando quell'articolo decadono anche le sanzioni. Insomma, chi truffa lo Stato può farla franca.
È evidente che il governo debba rimediare, e anche in fretta. Anche perché con la prospettiva che i reati introdotti con la legge – che prevedono da 2 a 6 anni per i truffatori – decadano, è evidente che l'effetto a catena produrrà un numero altissimo di ricorsi. Di tempo, fanno sapere dal governo, ce n'è. Anche perché gli articoli saranno abrogati di fatto nel 2024. Il Partito Democratico – che ha lanciato la notizia con un'interpellanza urgente al ministro Nordio – sostiene che basti "la previsione dell'abrogazione" per far scattare l'impunibilità. Anche perché il fatto che nel 2024 quella misura verrà cancellata è già legge dello Stato.
L'esecutivo riflette in queste ore su come rimediare evitando uscite clamorose. Su questo il governo ha imparato dal caso Pos e poi dalla storia delle accise sulla benzina. Meglio nascondere gli errori ed evitare che diventino casi mediatici. Anche perché al ministero del Lavoro c'è una riforma del reddito di cittadinanza che va fatta, nonostante sia stata annunciata entro gennaio e non sia mai arrivata. Non si sa bene che fine abbia fatto, ma in estate centinaia di migliaia di persone perderanno l'aiuto. E serviranno delle risposte sotto forma di decreto. In quel testo potrebbe rientrare anche l'aggiustamento, per evitare che chi ha truffato lo Stato la faccia franca. Ma senza che si sappia in giro.