Niente obbligo di Pos fino a 60 euro, Salvini: “Chi paga il caffè con la carta è solo un romp…”
Continua la polemica sull'innalzamento del limite ai pagamenti con il Pos, che con la manovra è stato portato a 60 euro (da 30), soglia al di sotto della quale i commercianti non saranno più obbligati ad accettare pagamenti digitali con carta o bancomat.
"Sono un liberale, ognuno deve essere libero di pagare come vuole. Se uno vuole pagare due euro il caffè con la carta di credito è solo un rompiballe". A dirlo il ministro delle Infrastrutture e trasporti, Matteo Salvini, parlando con i giornalisti durante una pausa del processo Open Arms nell'aula bunker dell'Ucciardone, a Palermo, in merito appunto al tetto dei 60 euro previsto in manovra per il pagamento con il Pos. "Cerco di pagare in contanti, perché a me piace andare a prelevare al bancomat", ha aggiunto il ministro.
A Salvini ha replicato Peppe De Cristofaro, capogruppo dell'Alleanza Verdi e Sinistra: "Salvini è contento della prima manovra del governo Meloni perché favorisce evasione fiscale, riciclaggio e furbetti vari. Per il vicepresidente del Consiglio chi paga il caffè con il bancomat è un rompipalle invece è una persona normale che non ha niente da nascondere. Chi invece si ostina ad elevare il tetto del contante, chi mette un tetto minimo di spesa con il pos non aiuta gli italiani ma solo quell'economia sommersa che nel 2020 le stime Istat danno a 174,6 mld di euro, con una incidenza sul Pil del 10,5%".
Sulla norma, che compare nell’ultima versione della manovra bollinata, i tecnici della Commissione hanno già espresso dubbi. I problema è legato agli obiettivi fissati dal Pnrr, per i quali Draghi era intervenuto durante il suo governo, introducendo, a decorrere dal 1 gennaio 2023, una sanzione amministrativa di 30 euro, aumentata del 4% del valore della transazione rifiutata, in caso di rifiuto di accettare pagamenti elettronici di qualsiasi importo. Del resto si trattava di uno dei traguardi della Riforma dell’Amministrazione fiscale indicati nel Piano, da raggiungere entro il primo semestre 2022, e cioè “La definizione di efficaci sanzioni amministrative in caso di rifiuto di accettare pagamenti elettronici da parte dei fornitori privati”.
Il governo Draghi era già andato incontro alle richieste di Bruxelles con il decreto Pnrr di novembre 2021. Poi con un nuovo provvedimento ad aprile scorso, l’introduzione della misura è stata anticipata al 30 giugno 2022. Ora però l’esecutivo Meloni vuole andare nella direzione opposta rispetto alle indicazioni della Commissione Ue, raddoppiando addirittura da 30 a 60 euro (rispetto alle prime bozze della legge di bilancio) la cifra minima per l’obbligo di pagamento elettronico, ignorando sostanzialmente quanto concordato con Bruxelles.