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Niente commesse causa Covid-19: Ministero dei beni culturali non rinnova contratto a 100 lavoratori

La Ales gestisce servizi di rilievo per il Mibact come il bando per la strategia di pubblicità delle Scuderie del Quirinale. Ma, a causa della fine di alcune commesse, causa Covid, circa cento persone, tra cui addetti al restauro, resteranno senza contratto. Tra i siti interessati Pompei, Reggia di Caserta e gli Uffizi.
A cura di Stefano Iannaccone
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di Carmine Gazzanni e Stefano Iannaccone

Lavoratori senza rinnovo, causa Covid. Almeno un centinaio sono destinati a trascorrere un Capodanno sospeso, denso di preoccupazioni, al termine di un anno già molto complicato. Si tratta di addetti alla sorveglianza, ma anche alla manutenzione e ai restauri di vari siti archeologici tra cui gli Uffizi di Firenze, la Reggia di Caserta e il parco archeologico di Pompei. Per il momento resteranno senza un contratto dalla fine dell’anno, in attesa di nuove commesse. Insomma, sulla cultura si abbatte la scure dei tagli pandemici. Almeno fino a che non ci sarà una riapertura, che al momento – nell’incertezza totale – non si scorge all’orizzonte. Con tanti saluti ai buoni propositi del governo di “non lasciare nessuno indietro”, per citare una delle più solenni promesse fatte dal ministro dell’Economia, Roberto Gualtieri.  Le intenzioni di tutelare i lavoratori, infatti, si stanno infrangendo contro la realtà dei fatti, nonostante gli indennizzi previsti dai decreti Ristori. La storia racconta del mancato rinnovo contrattuale al personale addirittura di una società in house, nonostante i vertici abbiano tutta l’intenzione, suffragata dai sindacati, di non interrompere i rapporti lavorativi.

La vicenda della Ales spa, con il 100 per cento delle quote detenute dal Ministero dei beni culturali e del turismo (Mibact), è indicativa di come si possano mandare in fumo posti di lavoro, senza la spinta governativa. La Ales (Arte, lavoro e servizi per la tutela del patrimonio culturale italiano) svolge da oltre quindici anni “attività di supporto alla conservazione e valorizzazione del patrimonio culturale e in attività  di supporto agli uffici tecnico-amministrativi del Socio Unico”, ossia il Mibact. La società lavora su “numerosi progetti di miglioramento delle condizioni di fruibilità del patrimonio archeologico, artistico, architettonico, paesaggistico e archivistico e bibliotecario italiano”, spiega il portale internet della società. Per rendere l’idea, Ales sta gestendo il bando per la “gestione delle strategie di Advertising delle Scuderie del Quirinale” e del “servizio di materiali multimediali di informazione sull’Art Bonus e sulle sponsorizzazioni e partnership culturali”. Progetti di rilievo, dunque.

La vicenda dei mancati rinnovi è stata portata in Parlamento dalla senatrice del Movimento 5 Stelle, Virginia La Mura: “La società ha recentemente dichiarato che non provvederà al rinnovo dei contratti a tempo determinato in scadenza di centinaia di lavoratori addetti alla sorveglianza, alla manutenzione e ai restauri, in ragione della necessità di limitare la spesa destinata al personale”, si legge nell’interrogazione depositata al Senato e rivolta al ministro dei Beni culturali, Dario Franceschini, diretto interessato, che sta gestendo la fase dura del lockdown della cultura. Secondo il documento presentato della parlamentare pentastellata, e sottoscritto da altri nove colleghi M5S, la situazione interesserà soprattutto “gli Uffizi, la reggia di Caserta, il Colosseo e il parco archeologico di Pompei”. Proprio a Pompei potrebbe verificarsi un quadro complicato: sarebbero previste 68 unità di personale per la sorveglianza, ma già oggi “vi sono solo 34 unità e molti contratti in scadenza non saranno rinnovati”, sostiene l’interrogazione.

La decisione, quindi, è destinata a peggiorare la condizione dei lavoratori del settore del turismo e più in generale della cultura “già fortemente danneggiati dall’emergenza epidemiologica in atto”, sottolinea l’atto presentato a Palazzo Madama. Ma cosa può fare la Ales? Allo stato poco o nulla, è di fatto vittime della situazione. Anzi da parte della società c’è la garanzia, fornita ai sindacati attraverso un accordo scritto, di riassorbire i lavoratori appena saranno ripristinate le commesse attualmente in fase di cessazione. A riguardo l'impegno di Ales è notevole: "La società conta circa 1.300 lavoratori – spiega a Fanpage.it il dottor Giovanni Iannelli, direttore del personale di Ales – di questi, 500 oggi godono della Fis (Fondo d'Integrazione Salariale, una sorta di cassa integrazione, ndr) che, peraltro, Ales anticipa per non lasciare indietro nessuno. Tra questi 500, circa 90 hanno un contratto a tempo determinato che, purtroppo, non possiamo rinnovare finché i luoghi della cultura, musei o gallerie che siano, non riapriranno. Costoro, tuttavia, continueranno a beneficiare di un piccolo contributo, passando dalla Fis alla Naspi". La Naspi, però, non potrà essere anticipata dall'Ales e per i lavoratori i tempi di attesa potrebbero allungarsi.

Il rinnovo, però, è fermo a tempo “indeterminato”, a causa della pandemia di Coronavirus. Anche fonti sindacali riferiscono a Fanpage.it che la società ha le mani legate: “La sottoscrizione dei contratti senza le commesse potrebbe essere oggetto di analisi della Corte dei conti. Gli impegni, per il futuro, sono stati assunti con chiarezza, ma al momento non ci sono soluzioni immediate”. Con la chiusura di musei e siti archeologici, infatti, non è attuabile la strategia, ipotizzata inizialmente, di dirottare i lavoratori temporaneamente su altri siti. In sintesi: essendo tutto chiuso, non è possibile. Così l’unica opzione è lo stop al rinnovo con la garanzia, scritta, di provvedere alla riconvocazione dei lavoratori appena si riparte. Il nodo, tuttavia, resta la tempistica: nessuno può far sapere tra quanto ci saranno le riapertura e la conseguente riattivazione dei contratti. A meno che dal Mibact non giunga un nuovo input, dietro la spinta del ministro Franceschini, capo delegazione del Pd nel governo. E che sulla questione aveva garantito ristori e sostegno.

Il governo è stato chiaro sin da subito: nessuno perderà il posto di lavoro. Sarebbe assurdo che a permettere ciò, anche se a pieno diritto da un punto di vista legale, sia proprio una in house del Ministero per i Beni e le Attività Culturali”, spiega La Mura. “Parliamo di quei beni – aggiunge la senatrice del Movimento – che devono essere messi al centro del percorso di ripartenza, perché la nostra a arte e la nostra storia devono essere i veri volani di un turismo sostenibile che dia rilancio alle economie locali”. Così la parlamentare, da componente della maggioranza, illustra la ratio della sua iniziativa: “Ho presentato l’interrogazione parlamentare perché credo che in questa difficile fase socio-economica che stiamo vivendo, a causa della pandemia tuttora in corso”. “Non si possano lasciare a casa giovani qualificati vincitori di concorso che, sebbene a tempo determinato, devono avere almeno la possibilità di veder rinnovato il proprio contratto o prorogata la relativa scadenza”, conclude La Mura, invocando una rapida della soluzione della vicenda. Che lascia tra color che son sospesi decine e decine di lavoratori.

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