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Niente acconto Irpef per le partite Iva a novembre 2023: chi potrà rinviare il pagamento al 2024

Chi ha una partita Iva, se rispetta un requisito di reddito ancora da definire, non dovrà versare l’acconto Irpef a novembre 2023. Invece, la somma da versare sarà rateizzata tra gennaio e giugno 2024. La novità non è ancora ufficiale, ma fa parte della riforma fiscale del governo Meloni.
A cura di Luca Pons
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Nuova modalità di pagamento dell'Irpef per diverse partite Iva: l'acconto di novembre 2023 sarà sostituito da un pagamento a rate, da gennaio a giugno 2024. La decisione non è ancora messa nero su bianco, ma è una della parti della riforma fiscale su cui sta lavorando il governo Meloni. Già un mese fa Alberto Gusmeroli, responsabile Fisco della Lega e presidente della commissione Attività produttive alla Camera, aveva detto che si poteva dare "per certo" che la novità avrebbe avuto il via nel 2023, ma solo per alcuni.

Attualmente, chi ha una partita Iva deve versare ogni anno entro il 30 giugno il saldo delle imposte per l'anno precedente, oltre a un eventuale anticipo per l'anno in corso. Entro il 30 novembre, poi, si paga la parte principale, cioè l'acconto per l'anno in corso. Alcuni contestano questa impostazione perché, come ha detto Gusmeroli, "si pagano le tasse in anticipo". Dunque, già da quest'anno le cose dovrebbero cambiare.

Solo chi rispetta determinati requisiti, però, sarà incluso fin da subito nel nuovo sistema. Gusmeroli, parlando al congresso nazionale dei tributaristi, ha garantito: "Posso dirvi che la rateizzazione dell'acconto di novembre verrà già applicata da questo novembre 2023 per una platea abbastanza ampia di contribuenti".

Per quanto riguarda la soglia precisa "ci stiamo ancora lavorando", ha detto il deputato. Il tetto di fatturato, comunque, dovrebbe essere "vicino ai 500mila euro" all'anno. I dettagli arriveranno o con un decreto ad hoc (da approvare nelle prossime settimane), o direttamente con un intervento in legge di bilancio: Gusmeroli ha chiarito che le informazioni saranno comunque comunicate "con congruo anticipo rispetto alla scadenza di novembre". In ogni caso, si prevede che chi resta fuori dalla riforma quest'anno venga comunque inserito dal prossimo anno.

L'intenzione, infatti, è di allargare a tutte le partite Iva il nuovo sistema di pagamento a partire dal novembre 2024, quando non dovrebbe più esserci nessuno tenuto a versare l'acconto Irpef. Per lo Stato si tratta di un'operazione da circa 9 miliardi di euro, che comunque non vanno perduti. Semplicemente, invece di essere versati a novembre, si incassano nei mesi successivi da gennaio a giugno, quando tutti devono comunque pagare l'Irpef per l'anno precedente, divisa in sei rate mensili.

Con il tempo, poi, potrebbero arrivare anche altre novità per le partite Iva: "Andando a regime si può ridurre la ritenuta d'acconto o addirittura abolire la ritenuta d'acconto, vuol dire una serie di complicazioni in meno enormi", ha aggiunto Gusmeroli in chiusura. Si tratta di un'altra parte della riforma fiscale che il Parlamento ha approvato ad agosto, ma non arriverà nei prossimi mesi. Il governo Meloni ha tempo fino ad agosto 2025 per mettere in pratica tutti i passaggi inseriti nella riforma.

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