Nicola Fratoianni (AVS): “Meloni ha in mente un modello autoritario, c’è paura della cultura e del dissenso”
Dopo il caso di Christian Raimo, il docente universitario sospeso con riduzione dello stipendio, per aver usato una metafora legata alla saga di "Star Wars" in un intervento pubblico contro il governo, paragonandolo "alla morte nera da colpire", e gli insulti di Fratelli d'Italia a Roberto Saviano, emerge di più lo scontro a colpi di provvedimenti disciplinari e insulti tra l'esecutivo e il mondo degli intellettuali. Fanpage.it ha intervistato Nicola Fratoianni, segretario di Sinistra Italiana, su questi temi, oltre che su un altro scontro che sta animando il governo Meloni in queste settimane, quello contro la magistratura in merito ai provvedimenti relativi alla deportazione dei migranti soccorsi in mare nei centri di detenzione italiani in Albania voluti dal governo.
I casi Raimo e Saviano dimostrano un'insofferenza del governo Meloni a chi muove delle critiche sul loro operato, che tipo di modello è questo?
Più che un'intolleranza direi che è un'allergia, gli viene proprio l'orticaria, se poi a farlo sono intellettuali, docenti, allora la cosa è ancora più pesante. Gli scappa l'allergia ed il problema è che non la curano con una pasticca ma a colpi di provvedimenti disciplinari, minacce, avvertimenti. Mentre in questo paese torna la mattanza di ragazzini, che si sparano e si accoltellano, mentre la criminalità riconquista spazi, il governo che fa? Sospende per 3 mesi un docente, riducendogli della metà lo stipendio, perché ha usato una metafora, tra l'altro riferita ad una delle più grandi saghe della fantascienza novecentesca: "Star Wars". E' un'idea molto pericolosa, l'idea di uno Stato autoritario che ha paura della cultura ed ha paura del dissenso.
A Bologna c'è stata una sfilata di neo fascisti, il governo Meloni mantiene un cordone ombelicale forte con questo mondo?
Sì c'è poco da fare, uno prova sempre a credere, perfino a sperare che non sia così. Questa è una maggioranza nella quale il vice segretario del secondo partito della coalizione, Crippa della Lega, ha detto nell'aula di Montecitorio che è più grave cantare "Bella Ciao" in aula che fare il segno della Decima Mas. Questo è un governo le cui articolazioni territoriali consentono, come successo a Bologna, ai fascisti di sfilare nella città medaglia d'oro della resistenza a pochi metri dalla stazione, teatro della più grande strage fascista della storia della repubblica. Se Maurizio Landini, segretario della più grande organizzazione sindacale italiana, la Cgil, dice che forse è il tempo di una rivolta sociale, davanti a provvedimenti di sviliscono il lavoro, umiliano chi è in difficoltà, il problema è la "rivolta sociale" di Landini, ma allo stesso tempo il vice premier Matteo Salvini, che non è nuovi a certi linguaggi, usa termini, parole, anche attraverso gli account istituzionali, che segnalano non solo la volgarizzazione crescente del linguaggio pubblico, ma segnalano un ulteriore elemento che trovo pericoloso. Le parole hanno un peso, ed hanno un peso soprattutto se a pronunciarlo sono delle istituzioni e quelle parole di Salvini sono ancora una volta nel solco di certa destra eversiva.
Il caso Albania sta tenendo banco in questi giorni, i giudici di Roma hanno rimandato tutto alla Corte Europea di giustizia, nonostante questo il governo continua ad attaccare la magistratura, dove si vuole arrivare?
La mia impressione è che la vicenda albanese sia un impasto di propaganda fatto dal governo, e che sia anche lo strumento con il quale alimentare, in modo cinico ma premeditato, lo scontro contro la giustizia, non con la giustizia. Loro attaccano i giudici che fanno il loro lavoro, applicano le leggi, e quando il governo con una evidentissima norma inefficace tenta di scavalcare la norma europea, siccome sono persone serie, fanno un'operazione di ulteriore prudenza, confermano il giudizio espresso precedentemente 10 giorni fa, ma siccome è intervenuto un decreto legge chiedono alla corte di giustizia europea di esprimersi. Sanno già tutti come finirà, lo sa anche il governo, ed intanto continua a far viaggiare verso l'Albania una nave di 82 metri.
Sembra quasi un traghetto Italia – Albania
Sembra quasi un traghetto ma molto costoso. E' tutta propaganda ed uno sperpero enorme di risorse, e ripeto, una cercata dinamica di scontro con la magistratura.
Intanto dagli Stati Uniti arriva la schiacciante vittoria di Trump, che va in tutta altra direzione rispetto alla vostra. Non crede che in un mondo dominato dalla violenza ci sia il rischio di assuefazione? Di pensare che alla fine tutto sia normale?
Sì c'è, è un rischio molto serio, l'assuefazione è il pericolo pubblico numero uno che abbiamo in questo momento, assuefazione alla violenza, assuefazione ai gesti, alle parole, alla guerra, l'assuefazione davanti alla guerra è il rischio più grande che abbiamo in questo momento. Io credo che ci sono alcuni grandi nodi che abbiamo davanti, uno è quello della guerra e della pace, la guerra porta sempre a destra, la guerra porta ai nazionalismi, alla paura di ogni differenza. L'altra lezione che abbiamo da imparare è che la crisi climatica va di pari passo con la crisi sociale. Se vuoi fare il green deal, la transizione è necessaria, non solo per ragioni ecologiche, ma anche per ragioni industriali e sociali, la devi fare in modo giusto e quindi devi affrontare di petto, con coraggio, il tema delle diseguaglianze. Perché la destra lo fa, ma lo fa dall'altro lato, mettendo al centro i multi miliardari come Elon Musk, è impressionante il numero di multi miliardari papali di un ruolo nel governo Trump. Questo è un tema, e queste sono lezioni che riguardano noi, riguarda chi si oppone alle destre, riguarda anche i democratici americani. Negli Usa si è aperto un dibattito, Bernie Sanders lo ha detto chiaramente, anche le presidenze democratiche forse su questo fronte non hanno avuto il coraggio necessario.