Nessuna dichiarazione congiunta al vertice Ue, Orban: “Polonia e Ungheria stuprate sui migranti”
L'accordo sul patto migrazione e asilo non è in discussione, dato che basta la maggioranza qualificata, ma dal vertice informale di Granada i leader europei tornano nei rispettivi Paesi consapevoli di una frattura importante all'interno. Una frattura portata avanti dai due principali alleati di Giorgia Meloni in Europa. Viktor Orban ha usato parole durissime: Polonia e Ungheria sono state "stuprate legalmente" dall'Unione europea. "Se sei legalmente stuprato, costretto ad accettare qualcosa che non ti piace, come pensi di raggiungere un compromesso? È impossibile – ha detto il premier ungherese – non solo ora ma anche negli anni a venire".
"È un dibattito legato alla precedente percezione di come si dovesse gestire la questione migratoria. L'Italia ha votato il patto perché le nuove regole sono migliori delle precedenti, ma per me finché continuiamo a parlare come distribuiamo queste persone all'interno dell'Unione europea nessuno può pensare di risolvere il problema – ha commentato Giorgia Meloni alla fine del vertice – Su questo la posizione tra l'Italia, la Polonia e l'Ungheria è diversa perché sono diverse le posizione geografica. Comprendo la posizione, ma non pregiudica il lavoro che stiamo facendo. Ogni nazione mette davanti i propri interessi".
"Sono d'accordo sul dare nuove risorse all'Africa. Non possiamo pensare di andare in Africa dicendo vi paghiamo per trattenere un problema che non vogliamo in casa nostra. Dobbiamo costruire una partnership completamente diversa", ha continuato la presidente del Consiglio.
Il passo avanti sul patto, in ogni caso, è stato fatto. L'assenza di una dichiarazione congiunta, però, non si può sottovalutare. "Il dibattito sull'immigrazione ha permesso di consolidare l'accordo ottenuto dai ministri dell'Interno su un primo testo che permette di organizzare meglio l'accoglienza e le procedure per chi si trova sul nostro territorio, e cioè la dimensione interna. La natura di questo testo ha creato un disaccordo di diversi Stati membri che bloccherà una dichiarazione formale a 27 e si andrà verso una dichiarazione della presidenza – ha spiegato il presidente francese Macron – Polonia e Ungheria hanno espresso attorno al tavolo il disaccordo che avevano già espresso a livello dei ministri, ma che non è di natura tale da bloccare una decisione a maggioranza qualificata".