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“Nessun rispetto e nessuna credibilità”: i coordinatori di 20 circoli europei del Pd abbandonano Renzi

Con una lettera, firmata dai coordinatori di 20 circoli Pd sparsi in tutta Europa, viene comunicata al segretario nazionale Matteo Renzi l’intenzione di abbandonare il partito. A far deflagrare la polemica, che ha portato alla conseguente “scissione” è stata l’approvazione della nuova legge elettorale, che di fatto penalizza le circoscrizioni estere.
A cura di Charlotte Matteini
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Con una lettera inviata a ridosso di Natale, i coordinatori di venti circoli europei del Partito Democratico hanno comunicato al segretario nazionale Matteo Renzi la volontà di abbandonare il partito. "Questo Pd non è più casa nostra", si legge nella missiva pubblicata in esclusiva da Huffington Post Italia. I coordinatori, in sostanza, dicono basta alla militanza in un partito guidato da una dirigenza che ha dimostrato "ottusità nella mancanza di una vera e seria volontà politica di ascolto della pluralità delle posizioni nel partito", rilevando inoltre una progressiva delegittimazione dell'assemblea estero. A far detonare la polemica interna che ha portato all'abbandono del partito è stata l'approvazione della nuova legge elettorale, che permette anche a chi è residente in Italia di candidarsi nella circoscrizione estero. "Abbiamo deciso di interrompere la nostra presenza nel partito, convinti della profonda mancanza di credibilità politica della attuale dirigenza del nostro partito".

"La nostra decisione è frutto di una lunga serie di considerazioni su un partito che abbiamo sentito sempre come la nostra casa, e che oggi – nei metodi, nelle scelte di linea politica, negli atteggiamenti dei suoi dirigenti – non riusciamo più a riconoscere, a livello nazionale così come nell'attenzione per le comunità degli Italiani all'estero", si legge nel documento diffuso da Huffington Post.

"Troppi sono invece gli esempi che, in questi mesi, ci hanno dimostrato come il nostro impegno è vano, se non addirittura decisamente sgradito da un gruppo dirigente che ha dimostrato la sua ottusità nella mancanza di una vera e seria volontà politica di ascolto della pluralità delle posizioni nel partito. Al nostro interno, siamo rimasti colpiti dal mancato rispetto, reiterato in più occasioni, degli organi democraticamente eletti per la definizione delle scelte politiche nonché del ruolo dei nostri iscritti, nonostante ci sia, nelle prossime settimane, un appuntamento elettorale cruciale per il nostro Paese – eppure già compromesso da una rottura, di certo non evitata ma addirittura provocata dalle politiche di questi anni, nell'area del centrosinistra […]

Nell'attenzione alle nostre comunità e ai valori che hanno animato da sempre il nostro impegno politico, l'esempio più eclatante di questo atteggiamento sbagliato resta per noi quello dell'ultima modifica della legge elettorale – approvata, ancora una volta, ricorrendo al deplorevole uso della fiducia: mentre le sostanziali modifiche di messa in sicurezza del voto all'estero, richieste portate avanti da tutti noi per anni, sono rimaste colpevolmente inevase e inascoltate, la legge elettorale é stata modificata da un lato stravolgendo il principio fondamentale delle prerogative di rappresentanza delle comunità all'estero, permettendo a candidati residenti in Italia di presentarsi all'estero, e dall'altro andando a colpire il principio dell'impegno politico di cittadinanza europea e transnazionale che ci contraddistingue, impedendo a coloro impegnati politicamente nel paese di residenza di potersi candidare a rappresentare le nostre comunità".

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