Neofascisti nelle urne: solo uno zerovirgola, tanto rumore per nulla
Percentuali da prefisso telefonico per la destra neofascista italiana. Vale la pena dire tanto rumore per nulla. Questo non per sminuire la pericolosità di piccoli gruppi organizzati estremisti, o la loro propaganda xenofoba, ma per sottolineare come il risultato di Casa Pound Italia e Forza Nuova sia stato molto al di sotto di molte profezie dei media, che hanno raccontato in questi mesi quella che sembrava una crescita esponenziale di questi gruppi. La realtà invece è che partiti e movimenti neofascisti sono aumentati soltanto nella rappresentazione mediatica e non in termini di consenso elettorale. Una sovraesposizione che non ha portato però ha più voti nell’urna. Qualche giorno fa diversi telegiornali nazionali hanno aperto l’edizione della sera riportando la notizia che Casa Pound si diceva disponibile ad un appoggio esterno ad un ipotetico governo “sovranista” guidato da Matteo Salvini. Fantascienza, a cui però i media hanno dato fin troppo spazio. E se il vento che soffia a destra in tutta Europa ha favorito la coalizione di Salvini, Meloni e Berlusconi, non sembra però aver gonfiato le vele dei partiti esplicitamente neofascisti.
La destra neofascista è riuscita negli scorsi mesi a presentare la sua stessa esistenza come una notizia, a imporsi nello spazio pubblico e mediatico come grande novità. La verità però è che un centrodestra a trazione Lega, che al momento è il primo partito del centrodestra, ne limita lo spazio di consenso elettorale. Al momento in Italia non sembra esserci spazio per l’esplosione la crescita in termini elettorali delle forze neofasciste, anche se cresce la tolleranza per l'azione dei gruppi di estrema destra nel sociale. Chi cerca un voto radicale e di destra ha alternative che appaiono meno ideologiche e molto più efficaci, a cominciare da Matteo Salvini. Ma anche il Movimento 5 stelle, con la possibilità concreta di vincere e con il candidato premier Luigi Di Maio sulle barricate contro le Ong dei "taxi del mare", ha tolto acqua all'estrema destra che puntava su un bacino di elettori arrabbiati, che magari intercetta nelle fiaccolate contro i centri di accoglienza ma non nei seggi.
Non sono bastate pagine e pagine di giornali, interviste, decine di servizi (per lo più acritici) in televisione per portare Casa Pound in parlamento. Un risultato a cui il movimento rappresentato da Simone Di Stefano sembrava credere davvero, o almeno sperava che la profezia ripetuta come un mantra finisse per avverarsi. "Io già oggi vi posso dire che sì, noi entreremo in Parlamento. Lo faremo in questa legislatura. O magari nella prossima. Ma io so già che Casa Pound è destinata a essere un movimento determinante per la storia della Nazione": così lo stesso Di Stefano metteva le mani avanti nell'ultimo giorno di campagna elettorale. Nel corso della notte elettorale poi il leader di Cp se l'è presa paradossalmente proprio con le tv colpevoli, a suo dire, di non dedicare abbastanza spazio al movimento che rappresenta. Ma anche se non entreranno in parlamento i movimenti neofascisti italiani un primo importante risultato già lo hanno ottenuto: normalizzare la loro presenza nei salotti dei talk show e nelle trasmissioni del pomeriggio. Chissà che da oggi i media italiani non prendano in considerazione di dare a queste forze e alle loro istanze lo spazio che meritano, senza cercare titoli gridati, senza ingigantirne la forza e mettendone in luce le ombre. Sarebbe già un buon inizio.