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Nell’anno del Covid, quattro aziende su dieci sono andate in perdita in Italia

La crisi economica del 2020 è stata certificata dai dati del ministero dell’Economia relativi alle dichiarazioni dei redditi delle imprese in quell’anno. Il 39% è andato in perdita, in settori come l’alloggio e la ristorazione le perdite si sono triplicate rispetto al 2019.
A cura di Luca Pons
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Il ministero dell'Economia ha pubblicato i dati sull'impatto che il Covid-19 ha avuto sulle imprese italiane. In particolare, i numeri si riferiscono alle dichiarazioni dei redditi. Con il ritardo dovuto ai termini entri cui bisogna presentare le dichiarazioni dei redditi, a cui poi si aggiunge il tempo per elaborare i dati, diventa ancora più chiaro quando la pandemia abbia colpito l'economia italiana nel 2020.

Il 39% delle società ha dichiarato una perdita fiscale. Quattro su dieci, tra società di capitali e altri enti che pagano l'Ires, hanno quindi avuto costi deducibili (le spese che si possono dedurre dalle tasse) più alte delle loro entrate, cioè sono andate in perdita. Un dato in forte aumento rispetto all'anno prima, quando erano state il 29%. Solo il 54% delle aziende ha dichiarato un reddito rilevante ai fini fiscali – erano il 64% nel 2019 – e il 7% ha pareggiato i conti, senza guadagni né perdite. Nel complesso, il reddito fiscale che hanno dichiarato le aziende è sceso dell'11,6%, arrivando a 162,8 miliardi di euro mentre erano circa 180 miliardi l'anno prima.

Alberghi e ristoranti i più colpiti dalla crisi Covid, le perdite si sono triplicate

A perderci di più sono stati, come era prevedibile, i settori più colpiti dalle restrizioni imposte per rallentare la circolazione del Covid. In particolare, tra i servizi di alloggio e ristorazione il reddito è sceso del 75%. Ma hanno visto una forte contrazione anche le aziende di trasporto e magazzinaggio (con un -43% dei redditi) e le attività finanziarie (-20%).

La perdita fiscale è stata di 86,3 miliardi di euro, in aumento del 49% in un anno. Anche in questo caso, le perdite sono aumentate in hotel e ristoranti, bar e altri servizi di ristorazione e alloggio. Nel settore il passivo è triplicato, tra il 2019 e il 2020. Sono raddoppiate, invece, per le aziende che si occupano di trasporto merci e magazzinaggio.

Anche per quanto riguarda l'Irap, tassa regione sulle attività produttive, sono scese le persone e le aziende che dichiarano di aver avuto un profitto. Sono state poco più di 2,9 milioni di soggetti, il 2,6% in meno rispetto al 2019, e il fatturato è sceso del 17,7%. Di nuovo, il settore nettamente più colpito è stato quello di alloggio e ristorazione, che è passato da un saldo positivo di 12,3 miliardi di euro a un rosso di 1,2 miliardi. Trasporto e magazzinaggio hanno dimezzato le loro entrate, e anche il settore manifatturiero ha perso il 18% delle entrate.

Ciò che non è cambiato, invece, è la distribuzione geografica delle entrate nella penisola italiana. In linea con gli anni precedenti alla pandemia, il 51$ delle entrate è stato dichiarato dalle attività produttive del Nord Italia. Nel Meridione, invece, è stato dichiarato il 17% dell'imposta.

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