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Nella notte che ha cambiato il Paese una sola domanda: e adesso?

E adesso? Una sola domanda, mille risposte. Tra delusione, angoscia, rabbia, gioia e speranza, una notte che ha cambiato il Paese. Forse per sempre.
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La domanda è una sola: e adesso? Se lo chiedono i militanti del Partito Democratico, che hanno per giorni, settimane, mesi, accarezzato l'idea di tornare al Governo del Paese. Con una piattaforma condivisa, senza 11 partitini al seguito. E adesso? Se lo chiedono i militanti di Sinistra Ecologia e Libertà, guardando ciò che resta della narrazione vendoliana e della prospettiva di sbilanciare a sinistra l'asse della politica italiana. E adesso? Se lo chiedono i sostenitori di Ingroia, che hanno accettato di inglobare i vari Ferrero, Diliberto e Di Pietro pur di "riportare l'alternativa in Parlamento" e hanno assistito alla liquefazione di un'idea mai nata. E adesso? Se lo chiedono i centristi, che non possono, non vogliono, non sanno accettare che tra la responsabilità, il rigore e le promesse, gli italiani scelgano sempre queste ultime.

E adesso? Se lo chiedono i giovani del Popolo della Libertà, che sognavano autonomia e rinnovamento e hanno dovuto imparare sul campo cosa significa autorità, carisma e capacità di comunicare. E se lo chiedono anche i "traditori" (la definizione è "sua"), che sognavano lo sgambetto al re vecchio e stanco e invece resteranno fuori dal Palazzo, forse per sempre.

E adesso? Se lo chiedono, increduli gli oltre 8 milioni di italiani che hanno votato il Movimento 5 Stelle. Senza un programma vero, senza strutture sul territorio, senza correnti e senza ideologie (in senso letterale, non di merito), hanno costruito un qualcosa di mai visto prima nella storia repubblicana. E ora viaggiano tra entusiasmo ed incoscienza. E adesso? Se lo chiedono tutti gli altri. Chi con speranza, chi con timore. Una domanda, mille opzioni. Una fiammella di speranza o un calcio alla speranza. Perché mai come stavolta la luna ha un colore diverso a seconda di chi la guardi.

E adesso? Ce lo chiediamo noi. Senza riuscire ad uscire dall'incubo dei numeri, dei calcoli, delle alchimie elettorali e delle lacune dei sondaggi. Dimenticando persino il senso di parole come speranza ed ottimismo. Cui invece si affidano milioni di italiani. Che non meritano l'ennesima delusione.

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A Fanpage.it fin dagli inizi, sono condirettore e caporedattore dell'area politica. Attualmente nella redazione napoletana del giornale. Racconto storie, discuto di cose noiose e scrivo di politica e comunicazione. Senza pregiudizi.
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