Un cin-cin amaro quello di Luigi de Magistris ieri in Consiglio comunale: il brindisi per la tripla ricorrenza (compleanno e onomastico sindacale più approvazione del primo vero bilancio dell'era ‘arancione') è andato in parte storto al primo cittadino. Colpa d'un dissenso, quello di due consiglieri comunali eletti con la lista civica "Napoli è tua" espressione diretta di Luigi de Magistris. Già, ma perché questa decisione? I due, Gennaro Esposito e Carlo Iannello non hanno votato no: si sono limitati ad uscire dall'Aula consiliare, motivando il gesto con un articolato intervento che richiama soprattutto due questioni, le dimissioni di Giuseppe Narducci, il pm che per un anno è stato assessore alla Legalità e qualche giorno fa è andato via sbattendo la porta e il blocco della questione periferie. Il riferimento è a Bagnoli, area Ovest eterna incompiuta di Napoli a San Giovanni e Ponticelli, area Est oggetto invece di un profondo lavoro di realizzazioni private fino all'area Nord, quella di Scampia, rimasta uguale a se stessa.
"Ciò che lascia perplessi – accusa il consigliere comunale Iannello – è che in questo primo anno di amministrazione è mancata un’idea di città, o meglio l’idea di città c’è, è contenuta nel programma elettorale, forse non c’è stata la possibilità di perseguire quell’idea, quel disegno complessivo, e si è stati costretti ad andare avanti per azioni singole, per progetti scollegati da un filo conduttore. E il mancato perseguimento di un’idea complessiva di città è divenuto anche la causa stessa di un irrigidimento delle posizioni". L'uscita dall'Aula dei due non ha comunque scalfito nei numeri la portata dell'atto contabile, approvato a schiacciante maggioranza.
Il caso Realfonzo. Il dato politico sostanziale è tuttavia che per la prima volta dall'inizio della campagna elettorale e poi della consiliatura sindacale a de Magistris e alla sua giunta viene contestato qualcosa di preciso. A farlo non è uno qualunque: con Iannello, come riferì qualche settimana fa un succoso retroscena di Repubblica Napoli, il sindaco ha avuto un durissimo scontro verbale durante una cena. Iannello è stato stretto collaboratore dell'attuale assessore al Bilancio Riccardo Realfonzo che è l'altra grana del sindaco "orange": Realfonzo andrà via dopo il bilancio di settembre per iniziare a preparare la sua corsa alle prossime Politiche. La voce che gira da tempo ha iniziato a circolare anche negli ambienti che hanno sostenuto De Magistris alle elezioni dello scorso anno. Stavolta però il sindaco per evitare un ulteriore mazzata come quella assestata da Pino Narducci ha pensato bene di pianificare quest'addio. "Non sarà scontro, sindaco e assessore si sono parlati e decideranno di comune accordo tempi e modalità": questo è quanto trapela da un Palazzo San Giacomo nel quale sono sempre più le fughe di notizie. Fughe che si scontrano con una idea, quella dei pretoriani del primo cittdino che vorrebbero invece una maggioranza a tenuta stagna. E invece girano voci sempre più insistenti della possibile scissione di "Napoli è tua" in due gruppi: al progetto starebbero lavorando anche pezzi del Pd e di Sel. A testimonianza del nervosismo nella lista del sindaco le durissime dichiarazioni attribuite al capogruppo di "Net", Vittorio Vasquez che addirittura paventava provvedimenti di natura disciplinare rispetto ai due dissidenti, come nei partiti d'una volta.
Il rimpasto. Il Partito democratico entra o no in giunta comunale, a Napoli? Il fronte del no cresce in casa democrat: c'è il capogruppo alla Regione Campania Giuseppe Russo che non è favorevole, c'è il deputato ed ex sindaco anticamorra di Ercolano Luisa Bossa che pure dice di no. Il partito è comunque concentrato sul congresso cittadino che si annuncia come l'ennesimo scontro all'Ok Corral. Davanti alla lotta interna la discussione sul Comune è andata decisamente in secondo piano. Il nome in campo del Pd per la giunta è sempre quello di Paola De Vivo, docente universitaria e sociologa, che potrebbe entrare con la delega al Lavoro o con una delega specifica ai rapporti economici col governo.