Nel terzo trimestre cresce l’occupazione in Italia e aumentano gli infortuni sul lavoro
Nel terzo trimestre del 2016 il livello complessivo dell’occupazione è cresciuto ancora su base annua e si è sostanzialmente stabilizzato a livello congiunturale e si sono registrati 543mila posti di lavoro dipendente in più rispetto allo stesso periodo del 2015, di cui 489mila a tempo indeterminato.
A rilevarlo è il rapporto congiunto del Ministero del Lavoro, Inps, Istat e Inail pubblicato questa mattina. Sostanzialmente a trainare l'occupazione nel Belpaese nel corso degli ultimi due anni circa sono gli sgravi fiscali erogati in cambio di assunzioni stabili, una leva che però al ridursi degli stessi sgravi contributivi, dal 100% del 2015 al 40% odierno, ha portato anche alla riduzione degli effetti benefici sull'occupazione, in calo rispetto allo scorso anno.
"La crescita tendenziale dell’occupazione è stata interamente determinata dalla componente del lavoro dipendente, sia in termini di occupati complessivi (+1,8% Istat-Forze di lavoro) sia di posizioni lavorative riferite specificamente ai settori dell’industria e dei servizi (+3,2% Istat-Oros)", rileva il rapporto, sottolineando che "la sostanziale stabilità congiunturale dell’occupazione totale è sintesi di una crescita del lavoro dipendente (+66 mila occupati per il complesso dei settori e +77 mila posizioni lavorative per i settori dell’industria e dei servizi) e della contestuale riduzione dell’occupazione indipendente (-1,5%, pari a -80 mila occupati), che è tornata a calare anche sotto il profilo tendenziale (-1,4%)".
Per quanto riguarda i giovani, la situazione non appare affatto idilliaca: nel terzo trimestre gli occupati del segmento sono calati sia su base congiunturale che tendenziale – rispettivamente -1,1% e -0,6% – e la perdita di posti di lavoro nel segmento è pari a circa 55mila unità rispetto allo stesso periodo del 2015.
Con riguardo agli infortuni sul lavoro, l'Inail ha comunicato che nel terzo trimestre del 2016 sono stati denunciati 137 mila episodi (di cui 118 mila in occasione di lavoro e 19 mila in itinere) in aumento dell’1,1% (+1,5 mila denunce) rispetto al terzo trimestre del 2015. Tale incremento, però spiega il rapporto, è in linea con la crescita dell’occupazione (e quindi dell’esposizione al rischio infortunistico) registrata in termini tendenziali da tutte le fonti.
Per quanto riguarda i tanto dibattuti voucher, il rapporto congiunto stima che nei primi 9 mesi del 2016 i ticket venduti sono stati 109,5 milioni, il 34,6% in più rispetto all’analogo periodo dell’anno precedente. "I voucher riscossi per attività svolte nel 2015 (quasi 88 milioni) corrispondono a circa 47 mila lavoratori annui full-time e rappresentano solo lo 0,23% del totale del costo lavoro in Italia. Il numero mediano di voucher riscossi dal singolo lavoratore che ne ha usufruito è 29 nell’anno 2015: ciò significa che il 50% dei prestatori di lavoro accessorio ha riscosso voucher per (al massimo) 217,50 euro netti".