Nel progetto di Valditara sull’educazione affettiva nelle scuole entrano anche i gruppi pro-vita
Il ministro Valditara ieri ha presentato un nuovo progetto per le scuole, ‘Educare alle relazioni', che prevede la creazione di gruppi di discussione nelle scuole secondarie di secondo grado, in collaborazione con l'Ordine degli Psicologi. Il progetto, per il quale sono stanziati 15 milioni (finanziati con i fondi europei PON), nasce dall'esigenza di prevenire la violenza contro le donne, e dall'urgenza di trovare soluzioni all'aumento di femminicidi, ultimo in ordine di tempo quello di Giulia Cecchettin, massacrata a 22enne dall'ex fidanzato, suo coetaneo.
L'iniziativa, che è stata presentata ieri dal ministro dell'Istruzione, si rivolge alle scuole secondarie di secondo grado: all'interno di gruppi, moderati da docenti precedentemente formati sulle tematiche in base a un programma messo a punto con l'Ordine degli Psicologi, verranno affrontati temi come il maschilismo, la cultura patriarcale, la violenza psicologica e fisica e le conseguenze anche penali di molestie contro le donne.
I moduli di discussione avranno una durata di 30 ore complessive, e vedranno anche il coinvolgimento di esperti e psicologi, ha spiegato Valditara. Per ogni scuola verrà indicato un docente referente, e i gruppi di discussione coincideranno con la classe. "È la prima volta che in Italia viene fatto un esperimento di questo genere, affrontando di petto il problema del maschilismo e della violenza psicologica", ha detto il ministro, illustrando i punti principali del progetto, che però presenta più di una zona d'ombra, a partire dal fatto che si tratterà di attività extracurricolari, facoltative e subordinate al consenso dei genitori.
Cosa è il Fonags e cosa c'entra con il progetto del ministero per le scuole
Ma c'è un aspetto che più di ogni altro salta all'occhio nella proposta del ministero dell'Istruzione, ed è appunto il coinvolgimento del Forum nazionale delle associazioni dei genitori della scuola (Fonags), annunciato a sorpresa dal ministro in conferenza stampa. Il Fonags, così come viene presentato sul sito del ministero dell'Istruzione, è "un organo di rappresentanza che garantisce la consultazione delle famiglie sulle problematiche scolastiche". È stato istituito sotto la ministra Moratti, con il decreto ministeriale 14 del 18 febbraio 2002, che recita:
Il FoNAGS, luogo d’incontro tra il Ministero, l'amministrazione e l'associazionismo (composto dalle associazioni dei genitori maggiormente rappresentative), è stato costituito al fine di valorizzare la componente dei genitori nelle scuole e di assicurare una sede stabile di consultazione delle famiglie sulle problematiche scolastiche.
Ma negli ultimi tre anni, complici anche le complicazioni legate alla pandemia di Covid-19, l'organismo è stato poco consultato, e non è stato ancora convocato dall'attuale ministro, né online né in presenza. Né d'altra parte il Forum era stato avvisato del lancio del progetto ‘Educare alle relazioni', di cui ha avuto notizia solo durante la conferenza stampa di ieri.
Il ministro Valditara non ha dunque ancora incontrato i suoi componenti, una galassia variegata, che va dalle associazioni più ‘laiche' come il ‘Cgd – Coordinamento genitori democratici' o le ‘Famiglie Arcobaleno', ad associazioni più conservatrici vicine all'universo pro-vita, come ‘Generazione Famiglia' e ‘Articolo 26'. Oltre alle realtà citate, fanno parte del Forum anche ‘Age – Associazione italiana genitori', ‘Agedo – Associazione di genitori, parenti, amiche e amici delle persone LGBT+', ‘Agesc – Associazione genitori scuole cattoliche', ‘Care – Coordinamento delle associazioni familiari adottive e affidatarie in rete', ‘Faes – Associazione famiglia e scuola', ‘Moige – Movimento italiano genitori'.
Nella direttiva, che è stata diramata ieri alle scuole, si fa esplicito riferimento al Fonags, all'articolo 2:
Per consentire il necessario coinvolgimento nel progetto anche delle associazioni delle famiglie è potenziata l'attività, presso il ministero dell'Istruzione e del Merito, del Fonags (Forum nazionale delle associazioni dei genitori della scuola) incardinato presso la Direzione generale per lo studente, l'inclusione e l'orientamento scolastico. Al Fonags è attribuito il compito di raccordare le modalità di attuazione dei percorsi progettuali concernenti l'educazione alle relazioni con le esigenze e le osservazioni migliorative delle rappresentanze dei genitori.
Il problema però è che i valori di alcune delle associazioni di genitori che compongono il Fonags, che come abbiamo visto avrà voce in capitolo sul piano, rischiano di orientare e influenzare in modo netto le finalità del progetto del ministero, perché la loro mission risulta apertamente ostile all'introduzione di una educazione sentimentale nelle scuole, considerata un sotterfugio per diffondere l'ideologia ‘gender' tra i ragazzi.
Nella direttiva, che è stata diramata ieri alle scuole, ci sono in tutto 5 articoli. Il primo, ‘Educazione alle relazioni' – percorsi progettuali per le scuole', recita:
Al fine di rafforzare l'impegno verso un'azione educativa mirata alla cultura del rispetto, all'Educazione alle relazioni e al contrasto della violenza maschile sulle donne, il ministero dell'Istruzione e del Merito promuove la realizzazione nelle scuole di progetti, percorsi educativi, attività pluridisciplinari e metodologie laboratoriali destinate, in particolare, agli studenti delle istituzioni scolastiche secondarie di secondo grado del sistema nazionale di istruzione.
L'intento dunque è chiaro: promuovere un'educazione all'affettività, alle relazioni, diffondere la cultura del rispetto. Obiettivi esplicitati ieri che, come dicevamo, cozzano con i principi difesi e portati avanti da alcune delle associazioni che fanno parte del Forum, riconducibili all'universo dei pro-vita. È il caso per esempio di ‘Generazione Famiglia', che subito dopo la presentazione dell'iniziativa, ha protestato.
Jacopo Coghe, ultracattolico, antiabortista e amico di Pillon (come lo definisce lo stesso ex senatore) è il portavoce di Pro Vita & Famiglia – soggetto nato dalla fusione di due associazioni che avevano promosso il Congresso Mondiale delle Famiglie di Verona del 2019, Pro Vita onlus e Generazione Famiglia appunto, diventate poi un'unica realtà – ha battuto un colpo ieri, avviando una campagna di affissioni a Roma, e prossimamente nelle principali città italiane, con il messaggio "Basta confondere l'identità sessuale dei bambini nelle scuole. Stop gender e carriera alias", "Per ribadire l'assoluta contrarietà delle famiglie italiane contro qualsiasi proposta di inserire nelle scuole fantomatiche educazioni sessuali o affettive in salsa relativista e arcobaleno", ha spiegato.
"È vergognoso che politici come Zan, Cirinnà e Schlein – ha detto ancora Coghe – cerchino di strumentalizzare i recenti fatti di cronaca per sponsorizzare l'educazione affettiva nelle scuole. Pensano di prevenire la violenza di genere confondendo ancor di più bambine e bambini, ragazze e ragazzi sulla loro identità sessuale e sulla sana relazione tra uomini e donne, andando così ad aumentare proprio i problemi alla base di questi raccapriccianti fatti. Non solo non esiste alcun nesso tra la cosiddetta fantomatica ‘educazione affettiva' nelle scuole e la diminuzione delle violenze contro le donne, ma nei Paesi in cui la si impartisce da decenni tali violenze sono addirittura aumentate. L'educazione affettiva in salsa relativista e arcobaleno non solo non è la soluzione del drammatico problema, ma è parte del problema stesso. Un indottrinamento martellante che purtroppo trova conferme e terreno fertile in alcune amministrazioni locali, che spingono per introdurre la Carriera Alias e il gender nelle scuole".
Nel discorso del ministro Valditara non c'era alcun riferimento al ‘gender' e alla ‘Carriera Alias', per cui la dichiarazione sembra piuttosto una presa di posizione da parte di Coghe per far sentire la propria voce, e dare un segnale. Quello che ci chiediamo è quanto peso avrà la sua associazione all'interno del nuovo progetto lanciato per le scuole, e quanto spazio il governo Meloni vorrà dargli. La probabilità che il progetto venga subordinato a contenuti promossi da associazioni di stampo conservatore, e che risulti schiacciato sui valori di gruppi pro-vita è evidentemente molto alta.
"Colpisce il fatto che nella direttiva firmata dal ministro non siano citate le organizzazioni studentesche e le rappresentanze degli studenti, mentre si fa esplicito riferimento al Forum nazionale delle associazioni dei genitori. Segno che non si vuole discutere dei bisogni di tutta la comunità scolastica, ma si vuole permettere alle associazioni più conservatrici di vagliare i contenuti della formazione", ha detto a Fanpage.it Elisabetta Piccolotti, deputata di Avs. "Era già scritto nella ‘Buona Scuola' di Renzi che il ministero avrebbe dovuto fare delle linee guida sull'educazione sentimentale, e già allora noi facemmo notare che delle semplici linee guida sarebbero state insufficienti – ha aggiunto Piccolotti – Avrebbero dovuto aggiungere un'ora di scuola, allungando l'orario scolastico in tutti gli istituti. Da tempo noi lo chiediamo, per permettere di offrire ai ragazzi anche questo tipo di attività".
Tutti i profili di criticità del progetto
Ma non è l'unico elemento di criticità della direttiva. Alcune associazioni del Fonags hanno messo in evidenza l'esiguo numero di ore che sarà dedicato a questi gruppi di discussione, e il tempo di formazione previsto per gli insegnanti, che non viene esplicitato: "Non è molto chiaro il mandato che ci è stato dato come Fonags. Solo ieri abbiamo avuto modo di leggere la direttiva, di cui non eravamo stati informati. Non abbiamo capito neanche che tipo di esperti verranno invitati nelle scuole, oltre agli psicologi menzionati dal ministro Valditara", ha detto a Fanpage.it Angela Nava, presidente del Coordinamento genitori democratici, associazione fondata 50 anni fa, dalla partigiana Marisa Musu e da Gianni Rodari.
"Per noi poi è un problema l'extracurricularità, che denuncia la mancanza di una presa di posizione reale della scuola. La scelta di partecipare o meno alle attività sarà lasciata infatti al ragazzo, e chi conosce i nostri adolescenti, già stremati da sei o sette ore di lezione, difficilmente potrebbe immaginare una larga partecipazione a un corso extracurriculare, che resta facoltativo. Ci lascia perplessi anche l'elemento del consenso dei genitori: ci chiediamo concretamente cosa succederà, basterà che un solo genitore si opponga per bloccare l'iniziativa? O il mancato consenso varrà solo per il singolo studente?".
"Riconosciamo pure la buona volontà nell'iniziativa del ministero. Ma destinarla solo ai ragazzi delle superiori ignora completamente l'aspetto della prevenzione. Bisognerebbe intervenire dalla scuola primaria, certo con contenuti e metodi adeguati all'età. In genere se si prova a intervenire con un adolescente di 15 o 16 anni è troppo tardi", ha aggiunto.