Quello di Mario Draghi avrebbe dovuto essere un governo con una forte partecipazione femminile. Almeno, questo si supponeva negli ultimi giorni cercando di anticipare quella che sarebbe stata la squadra dei ministri. Si parlava di un esecutivo in cui le donne sarebbero state il 50%, la metà di tutti i componenti. Ma così non è stato: le donne continuano ad essere sottorappresentate ai vertici della politica. Le donne sono solo 8 su 15, poco più della metà dei colleghi maschi. Il 35% in un governo che rimane, come quelli precedenti, dominato dagli uomini.
Le nuove ministre saranno Luciana Lamorgese agli Interni, Marta Cartabia alla Giustizia, Cristina Messa all'Università, Fabiana Dadone alle Politiche giovanili, Maristaella Gelmini agli Affari Regionali, Erika Stefani alle Disabilità, Elena Bonetti alle Pari Opportunità e Mara Carfagna al Sud. Tre tecniche, cinque politiche. Nessuna di sinistra. La maggior parte dei ministeri "di peso", come Economia e Lavoro (ma anche i nuovi per la Transizione ecologica e digitale, che dovranno gestire il Recovery Fund) rimangono in mano agli uomini. La politica, in generale, resta ancora una volta un affare da uomini.
Parlando del programma governo, durante le consultazioni, più e più volte ci si è riempiti la bocca di empowerment femminile. Non solo si è ribadito che le risorse europee dovranno essere usate per rilanciare le politiche a favore delle donne, ma è stata anche richiesta a gran voce una adeguata rappresentanza nei luoghi di potere. Un impegno che però, leggendo l'elenco dei nuovi ministri, sembra essere rimasto a parole. Il Partito democratico solo poche ore fa, questa mattina, aveva chiesto in una nota che si rispettasse la parità di genere. Eppure, dei ministri dem che andranno a sedere tra i banchi del governo, non c'è nessuna donna.
Come in tutti i governi precedenti, ancora una volta a prevalere sarà la compagine maschile. Su 23 ministri, solo otto sono donne. Certo, due in più dell'esecutivo uscente, ma in un numero ancora lontano dalla parità che sembrava potesse finalmente realizzarsi. Per l'ennesima volta così non è stato e la metà della popolazione di questo Paese continua ad essere sottorappresentata.