Nel Def non c’è nulla sulle pensioni: cosa accadrà a Quota 103, Ape sociale e Opzione donna
Nel Documento di Economia e Finanza (Def) approvato dal governo e trasmesso alle Camere non sono definiti gli obiettivi programmatici che Palazzo Chigi intende realizzare nella prossima legge di Bilancio. Colpa della nuova governance economica europea, dicono dall'esecutivo, sottolineando che ora come ora sia impossibile delineare precisamente alcuni punti. Alcune anticipazioni sono state però date dagli esponenti della maggioranza: Giancarlo Giorgetti, ad esempio, ha confermato la volontà di rinnovare il taglio del cuneo fiscale anche per il 2025, mentre Antonio Tajani si è detto deciso ad andare avanti per portare a mille euro le pensioni minime.
Il tema delle pensioni tende a catalizzare l'opinione pubblica in momenti come questo, quando vengono approvati importanti documento di bilancio. Dopo aver annunciato l'intenzione di portare avanti una riforma del sistema pensionistico più ampia, a causa della mancanza di coperture economiche sufficienti, il governo si è trovato ad approvare per il 2024 delle misure ponte per le uscite anticipate, rinnovando Quota 103, Ape sociale e Opzione donna (anche se con alcuni paletti e restrizioni). Dal Def si sarebbe dovuto avere un quadro più chiaro sulle ipotesi all'orizzonte per quanto riguarda i meccanismi di uscita dal mercato del lavoro, ma non è stato così. Questa volta, infatti, è stato inserito solo il quadro tendenziale.
In altre parole, i numeri inseriti per quanto riguarda la crescita del Pil, il deficit e il debito, non lasciano molto margine per ipotizzare quali saranno le misure cardine della prossima legge di Bilancio. Restano le dichiarazioni e le promesse degli esponenti del governo che però, come sappiamo, dovranno poi confrontarsi con le risorse a disposizione. In tema di pensioni, sia la Lega che Forza Italia avevano inserito obiettivi ambiziosi nel loro programma elettorale (rispettivamente Quota 41 e l'aumento dell'assegno minimo a mille euro), ma hanno poi dovuto fare i conti con coperture molto limitate e tutto è stato posticipato.
Insomma, in un quadro di finanza pubblica ancora compromesso, non è chiaro quando e come si realizzerà un intervento deciso sul sistema previdenziale. Tutte le misure ponte sono in scadenza a fine anno, ma a questo punto è probabile che vengano prorogare. Magari, come accaduto già nell'ultima Manovra, con una stretta ulteriore.