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Nel decreto Bollette del governo Meloni spunta anche un condono fiscale per chi non versa l’Iva

Il governo Meloni ha annunciato, con un breve passaggio in un comunicato stampa, che il decreto Bollette approvato ieri inserirà anche un condono penale per alcuni reati tributari. Chi non ha versato alcune imposte, tra cui l’Iva, non avrà conseguenze penali se paga il dovuto.
A cura di Luca Pons
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"Si prevedono cause speciali di non punibilità di alcuni reati tributari". Con un breve paragrafo che inizia con questa frase, il governo Meloni ha annunciato che nel decreto Bollette approvato ieri non ci sono solo le misure preannunciate e già presenti nella bozza circolata in giornata. Infatti, è stato aggiunto quello che si potrebbe definire un condono penale: per chi commette alcuni reati tributari, cioè legati al fisco, non ci saranno più conseguenze penali ma solo sanzioni amministrative. La misura arriva poche settimane dopo l'approvazione della delega fiscale, che ha introdotto il concetto di evasione per necessità.

In particolare, i reati per il nuovo decreto introduce un'esenzione penale sono questi: "Omesso versamento di ritenute dovute o certificate per importo superiore a 150.000 euro per annualità, omesso versamento di Iva di importo superiore a 250.000 euro per annualità, indebita compensazione di crediti non spettanti superiore a 50.000 euro". La non punibilità, cioè l'esenzione dalle responsabilità penali, si applicherà se "le relative violazioni sono correttamente definite e le somme dovute sono versate integralmente dal contribuente secondo le modalità previste". Insomma, chi evade grosse somme ma poi, dopo essere stato scoperto, paga il dovuto, non rischierà nulla sul piano penale.

Si tratta di un principio che il governo aveva cercato di inserire già nella legge di bilancio di dicembre, ma che poi aveva ritirato anche a causa delle forti proteste dell'opposizione. Allora si parlava di tre reati: l'omessa dichiarazione dei redditi, l'omesso versamento, e la dichiarazione infedele. Adesso, invece, il campo si è ristretto solo all'omesso versamento: si parla quindi di tasse dichiarate ma poi non versate.

La logica del governo è che, evitando le conseguenze penali per chi ha evaso una quantità ingente di denaro, lo si può spingere a rimettersi in regola con il Fisco. In questo modo, lo Stato recupera dei soldi che aveva già dato per persi. In questo modo, però, chi non ha versato questo denaro viene in qualche modo premiato, evitando le conseguenze previste dalla legge.

In pratica, con la nuova norma inserita nel decreto Bollette chi ha dichiarato ma poi non ha versato le ritenute dovute o certificate (oltre una soglia di 150mila euro in un anno) o l'Iva (oltre 250mila euro in un anno), dovrà solo pagare le multe previste. Si parla di versare la cifra mancante più una sanzione del 30%, che però è ridotta se il pagamento avviene nei primi 90 giorni. Lo stesso vale per chi non versa più di 50mila euro in un anno, rivendicando dei crediti d'imposta che non esistono o comunque non gli spettano.

La norma è stata inserita in un decreto, che normalmente dovrebbe regolare questioni con particolare necessità e urgenza, e per di più in un decreto concentrato sulle bollette. Un tema, quello dei decreti "disomogenei", su cui il presidente della Repubblica Sergio Mattarella aveva richiamato il governo Meloni poco più di un mese fa.

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