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Nei Paesi poveri i vaccini contro la Covid stanno finendo, l’Oms: “Non ci sono più dosi”

È l’allarme lanciato dall’Organizzazione mondiale della sanità: molti Paesi in via di sviluppo contavano sull’iniziativa Covax per avere accesso ai vaccini, ma ora le dosi scarseggiano e il programma è in pericolo. I Paesi più ricchi, che non rischiano certamente di rimanere a corto di dosi, hanno annunciato che aumenteranno le donazioni a Covax: ma tra la diffusione delle varianti e il rischio di una nuova ondata, le regioni più povere del pianeta non possono però più aspettare.
A cura di Annalisa Girardi
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Non ci sono più dosi di vaccini anti-Covid per i Paesi più poveri. Molti Paesi in via di sviluppo, che non avevano accesso ai vaccini contro il coronavirus, li hanno ricevuti attraverso l'iniziativa Covax: ma ora non ci sono più dosi per portare avanti la campagna di immunizzazione e continuare così il programma per vaccinare il mondo intero. È l'allarme lanciato dall'Organizzazione mondiale della sanità (Oms), che sottolinea ancora una volta il divario tra il Nord e il Sud del mondo: mentre gli Stati più ricchi stanno vaccinando tutta la loro popolazione a grande velocità, nelle regioni più povere del pianeta i farmaci contro il coronavirus continuano a scarseggiare.

Secondo il consigliere dell'Oms, Bruce Aylward, con il programma Covax si è riusciti a portare circa 90 milioni di dosi a 131 Paesi: sono però numeri insufficienti in praticamente tutti questi per proteggere la popolazione. Basti pensare che, a livello continentale, solo 40 milioni di dosi sono state somministrate in Africa che sono bastate solo per il 2% della popolazione totale. L'iniziativa Covax, guidata dall'Oms insieme ad altre organizzazioni internazionali, aveva l'obiettivo di distribuire a livello globale circa 2 miliardi di dosi entro la fine del 2021: queste servirebbero a proteggere almeno il 20% della popolazione nei Paesi in via di sviluppo. Ma a causa dei ritardi e degli intoppi nella produzione di tutte le dosi che le farmaceutiche avevano promesso, nei Paesi che dipendono da Covax per l'accesso ai vaccini questi hanno subito iniziato a scarseggiare.

Tra questi, come riporta la BBC, ci sono l'Uganda, lo Zimbabwe, il Bangladesh e Trinidad e Tobago, ma non solo. Tra 80 Paesi in via di sviluppo, almeno la metà al momento non ha dosi a sufficienza per sostenere il programma di vaccinazione. Un numero che in realtà potrebbe essere molto più alto. Molti di questi Paesi hanno cercato soluzioni alternative, arrivando però a pagare un prezzo per i vaccini molto più alto del loro effettivo valore di mercato, con conseguenze disastrose per le economie locali.

In questo contesto risultano ancora più urgenti le donazioni da parte dei Paesi più ricchi, la cui campagna vaccinale non rischia certamente di rimanere a corto di dosi. Il G7 ha annunciato che donerà un miliardo di vaccini ai Paesi più poveri, di cui la metà dovrebbero provenire dagli Stati Uniti. Il presidente USA Joe Biden ha anche annunciato che Washington donerà altre 55 milioni di dosi, di cui 41 verranno distribuite attraverso l'iniziativa Covax. Potrebbero però volerci diversi mesi perché questi vaccini arrivino effettivamente a destinazione, mentre i Paesi in via di sviluppo, tra la diffusione delle varianti e il rischio di una nuova ondata se la popolazione non verrà protetta, non possono però più aspettare.

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