Navigator addio, Catalfo a Fanpage: “Fondamentali per il lavoro, queste risorse non vanno disperse”
La senatrice pentastellata Nunzia Catalfo, ministra del Lavoro del governo Conte II e ‘madre' della legge sul reddito di cittadinanza (prima firmataria nel 2013 del disegno di legge), spiega in un'intervista a Fanpage.it come andrebbe riformata la misura: "Bisogna puntare moltissimo sulla formazione e sull'accrescimento delle competenze dei beneficiari occupabili, che sono un terzo dei percettori, affinché, alla fine di un percorso, possano essere realmente essere inseriti nel mondo del lavoro".
Secondo le ultime novità è stato eliminato il decalage automatico dal sesto mese, che era contenuto invece nel testo approvato dal Cdm a fine ottobre. Al suo posto è stato introdotto il taglio dell'assegno, di 5 euro, per ciascun mese a partire dal mese successivo a quello in cui si è rifiutata un'offerta congrua di lavoro. Il sussidio si perde invece del tutto dopo il secondo rifiuto. Secondo Catalfo questo meccanismo "può essere un incentivo a non rifiutare le offerte di lavoro. L'importante è che l'offerta sia davvero congrua, che abbia un salario definito dai contratti collettivi nazionali".
La senatrice M5s non è d'accordo invece con la mancata proroga del contratto dei navigator, 2500 lavoratori assunti dall'Anpal – ente pubblico vigilato dal ministero del Lavoro – con il contratto in scadenza a fine anno: come si vede nell'ultima bozza della manovra i tutor del reddito di cittadinanza saranno sostituiti interamente dalle agenzie private per il lavoro. Le Apl iscritte all'Albo e autorizzate dall'Anpal possono in pratica "svolgere attività di mediazione tra domanda e offerta di lavoro per i beneficiari di Rdc". Il loro ruolo si affiancherà a quello dei centri per l'impiego, allo scopo di agevolare l'occupazione dei percettori di Rdc. Per ogni assunto viene riconosciuto alle agenzie private il 20% dell'incentivo previsto per il datore di lavoro. Secondo l'ex ministra queste risorse non dovrebbero andare disperse: "Queste professionalità costituiscono una parte fondante dei servizi per il lavoro in Italia", ha detto a Fanpage.it.
Ieri il suo testo base sul salario minimo è tornato all'esame della commissione Lavoro del Senato, e per il 13 dicembre è fissato un nuovo termine per gli emendamenti. La misura, che è stata esclusa dal Recovery plan, fisserebbe l'asticella a 9 euro lordi, cifra intermedia tra il 50% del salario medio e il 60% del salario mediano: "Spero che il salario minimo venga approvato all'inizio del 2022 in commissione Lavoro al Senato e poi alla Camera. Salari da 4,60 euro lordi all'ora, che purtroppo ci sono, non sono dignitosi. È complesso per un giovane pensare a metter su famiglia con un salario simile".
L'ex ministra aveva annunciato anche un emendamento durante il passaggio parlamentare della manovra, nel caso in cui Opzione Donna fosse rimasta con i nuovi requisiti fissati nella prima bozza del testo: nella prima versione infatti erano stati spostati in avanti i requisiti d'età, a 60 anni per le lavoratrici dipendenti e a 61 per le autonome. Ieri nel nuovo testo della legge di Bilancio la misura è stata modificata ancora, ripristinando l'uscita a 58 e 59 anni. "Già il sistema pensionistico e in generale il mondo del lavoro è complesso per le donne. È difficile l'inserimento lavorativo ed è difficile il pensionamento. Se togliessimo quel poco che c'è sarebbe un tornare indietro inaccettabile".