Geo Barents salva 69 migranti e documenta l’ennesimo respingimento: “Hanno minacciato di spararci”
L'ong Medici senza frontiere ha denunciato l'ennesimo respingimento di migranti verso la Libia. L'episodio è stato segnalato dalla nave Geo Barents, partita in missione venerdì dal porto siciliano di Augusta per pattugliare il Mediterraneo centrale. La nave umanitaria, che stava cercando di salvare i naufraghi, ha ricevuto minacce esplicite da parte della cosiddetta Guardia costiera libica, che viene finanziata anche dall'Italia.
"Il nostro team ha assistito oggi all'intercettazione da parte della Guardia Costiera Libica di un'imbarcazione in difficoltà in acque internazionali. Mentre ci avvicinavamo per aiutare le persone e portarle in salvo, hanno minacciato di sparare", ha denunciato Msf su Twitter. L'Ong ha postato un breve filmato in cui si sente lo scambio di comunicazioni via radio tra la Geo Barents e la motovedetta libica.
Nella registrazione della conversazione telefonica tra il team della Geo Barents e la Guardia costiera libica si sente l'interprete riferire in arabo il fatto che uno dei migranti si è appena "lanciato in acqua". Dall'altra parte, gli agenti avrebbero risposto intimando più volte alla nave di "restare alla larga" dall'imbarcazione in difficoltà, affermando che in caso contrario avrebbero iniziato a sparare.
"State lontani o apriamo il fuoco", dice la Guardia costiera libica rivolgendosi via radio all'equipaggio a bordo della nave di Medici senza frontiere che si stava avvicinando alla barca in distress in acque internazionali. I libici hanno quindi intimato allo staff di Msf di stare lontano dall'area del naufragio, aggiungendo al monito anche insulti. Le persone che erano a bordo del barcone sono state riportate indietro.
Nave Geo Barents ha soccorso 69 persone
L'imbarcazione umanitaria di Msf Geo Barents ha comunicato di aver appena salvato da un gommone sovraffollato 69 migranti, la cui presenza era stata segnalata da Sea Bird 2, in acque internazionali. Tra loro ci sono 9 donne e 25 minori (di cui due bambine di 5 anni).