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Naufragio di migranti in Grecia, Alarm Phone a Fanpage.it: “Autorità dovevano intervenire”

Nel naufragio al largo di Pylos potrebbero essere morte centinaia di persone, ma la linea delle autorità greche non cambia: i migranti hanno rifiutato il soccorso offerto. La ong Alarm Phone, contattata da Fanpage.it, attacca: “Questa narrazione serve a svuotare il concetto di pericolo, ma se una barca è affollata il pericolo c’è sempre”.
A cura di Redazione
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di Tommaso Coluzzi e Luca Pons

Le autorità dovevano intervenire, a prescindere da cosa dicesse chi era a bordo del peschereccio naufragato al largo delle coste greche. Anche perché, di segnalazioni, la Guardia costiera ellenica ne aveva ricevute fin troppe. Mentre si continuano a cercare i dispersi al largo di Pylos, chi era sulla barca racconta di cento bambini nascosti nella stiva. "La Guardia costiera greca ha subito iniziato a sostenere che la barca abbia rifiutato le offerte di soccorso, e ha continuato a farlo in queste ore – ha spiegato a Fanpage.it la portavoce di Alarm Phone, Chiara Denaro – Questa narrazione serve a svuotare il concetto di pericolo, per dire che le imbarcazioni che noi assistiamo non lo sono". La teoria è semplice: "Se non ci chiedono aiuto non sono in difficoltà, e se non sono in difficoltà le autorità non devono intervenire".

"Questo gli è funzionale, ma non ha senso – ha aggiunto Denaro – già solo quando una barca è sovraffollata, il pericolo c’è. Ci sono condizioni oggettive che indicano una situazione di pericolo". L'intervento è responsabilità "di tutte le autorità nazionali che vengono allertate, sta a loro coordinarsi". Tutto ciò senza considerare la versione raccontata da alcuni superstiti all'ex parlamentare greco Kriton Arsenis, secondo cui il ribaltamento della barca sarebbe avvenuto durante un'operazione di traino della Guardia costiera greca.

"La Guardia costiera greca ha comunicato che l’imbarcazione navigava tranquillamente, ma nel nostro statement indichiamo che alle 17:20 ci hanno segnalato che l’imbarcazione era immobile e il capitano se n’era andato – ha aggiunto ancora la portavoce di Alarm Phone, ricostruendo l'accaduto – Alle 17:34 ci ripetevano che la barca ondulava da lato a lato, e la loro posizione era molto vicina a quella precedente. Non sappiamo se poi siano riusciti a far ripartire il motore".

Una ricostruzione sostanzialmente condivisa dalle autorità italiane, che nel pomeriggio di oggi hanno spiegato che il Centro di coordinamento del soccorso marittimo ha ricevuto martedì mattina una e-mail che indicava la presenza di un barcone in difficoltà, con a bordo circa 750 migranti. Non c'era una posizione nel testo, ma solo un numero di telefono satellitare presente a bordo. Dopo averlo chiamato i militari italiani hanno localizzato il dispositivo e verificato dove si trovasse l'imbarcazione: era a 60 miglia nautiche dalle coste greche e a 260 miglia nautiche dalle coste italiane. A quel punto è stata inviata una comunicazione immediata alla Guardia costiera ellenica, con tutte le informazioni per le operazioni di soccorso.

Davanti a quella che rischia di essere una delle peggiori stragi di migranti nel Mediterraneo – i dispersi, che più passano le ore più sembra impossibile trovare vivi, potrebbero essere centinaia – la linea di difesa delle autorità greche resta la stessa: le persone a bordo della nave hanno rifiutato i soccorsi. Resta da capire perché, se questo fosse vero, gli stessi che rifiutavano l'aiuto della Grecia chiedevano alle ong e all'Italia di salvarli.

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