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Naufragio Crotone, Medici senza frontiere al governo: “Tragedia è conseguenza del dl Piantedosi”

Medici senza frontiere, sul campo a Crotone con i suoi volontari dopo il naufragio, attacca il governo italiano: “Questo è quello che accade in mare con il decreto Piantedosi, sono le conseguenze del decreto”.
A cura di Tommaso Coluzzi
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Il bilancio delle vittime della tragedia di Crotone si aggiorna di ora in ora. I migranti che hanno perso la vita in mare potrebbero essere oltre cento, anche se al momento i numeri ufficiali dicono 64. Sul posto ci sono i volontari di Medici senza frontiere, intervenuti immediatamente per soccorrere i superstiti. "Resta ferma la nostra intenzione di non speculare, ma le prime dichiarazioni del governo italiano, per bocca della presidente Meloni e del ministro dell'Interno Piantedosi sono poco più di un triste scaricabarile", ha commentato in conferenza stampa questa mattina Marco Bertotto di Msf. "Serve una risposta a queste tragedie, che sia simile a quella data qualche anno fa da Mare Nostrum, unico meccanismo istituzionale che ha previsto il mandato di soccorso in mare. Anche così, però, non è detto che si riducano a zero i morti, le tragedie in mare, i viaggi della morte". Mare Nostrum che fu attivato proprio dopo una tragedia simile. Anche all'epoca fu un naufragio di bambini.

"Le lacrime di coccodrillo con risposte superficiali e offensive non servono – ha sottolineato ancora Bertotto – Serve un cambio di passo, ammettere gli errori e capire che occorre ripartire in maniera completamente diversa". Ancora più duro il capomissione di Msf, Juan Matias Gil: "Questo è quello che accade in mare con il decreto Piantedosi, sono le conseguenze del decreto". Alle navi delle Ong, con il decreto legge che porta il nome del ministro dell'Interno, è stato sostanzialmente impedito di soccorrere i migranti in mare attraverso una serie di ostacoli riassunti nel codice di condotta.

"Le persone non ci hanno parlato di navi di Guardia di finanza e Guardia costiera nei paraggi, ma solo di aver sentito un'esplosione ma nessuno dei feriti ha ustioni – ha raccontato Sergio Di Dato, che si trova sul campo a Crotone ed è responsabile dell'intervento umanitario di Msf – Quindi è la barca fatiscente che non ha retto il peso delle persone e le onde alte". E ha aggiunto: "I sei minori ricoverati in ospedale hanno meno di 12 anni".

"Ieri pomeriggio abbiamo iniziato a dare una risposta a un bisogno fondamentale, l'informazione ai familiari di chi era sopravvissuto e chi era deceduto. Ci sono 60 persone, ognuno ha avuto una perdita", ha spiegato Di Dato. "Un ragazzo afghano di 16 anni che era in viaggio con la sorella perché le condizioni del loro Paese erano inaccettabili. Il ragazzo è molto provato e ci ha raccontato che quando l'imbarcazione è arrivata a 150 metri dalla costa è esplosa, ma in realtà forse avrebbe urtato uno scoglio o non ha retto il peso – ha raccontato – Hanno cominciato a nuotare e quando sono arrivati in spiaggia si è reso conto che la sorella era morta. Il 16enne ha parlato con i familiari ma non ha avuto il coraggio di dire alla famiglia che la sorella non ce l'aveva fatta".

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