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Naufragio a Crotone, Zuppi (Cei): “I migranti affogati avevano il diritto di essere accolti”

Il presidente della Cei, il cardinal Matteo Zuppi, è intervenuto sulla tragedia di Crotone: “Il grande problema è che quelli che sono affogati avevano diritto, diritto ad essere accolti, scappavano da una guerra”.
A cura di Annalisa Cangemi
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Il presidente della Cei, il cardinale Matteo Zuppi, è intervenuto sul naufragio avvenuto domenica vicino alla costa calabrese di Crotone, in cui hanno perso la vita 66 persone.

"Il grande problema è che quelli che sono affogati avevano diritto, diritto ad essere accolti, scappavano da una guerra, la maggior parte di loro probabilmente erano afgani, e quindi bisogna cercare che i rifugiati siano trattati come tali e quindi hanno il diritto di essere esaminati. Se noi neghiamo di fatto questo diritto, tradiamo tutta la consapevolezza che proveniva dalla Seconda guerra mondiale". Il presidente della Cei lo ha detto durante un dibattito sull'enciclica di Papa Francesco "Fratelli tutti" promosso dal Cir, Consiglio italiano per i Rifugiati, nell'auditorium della chiesa di Santa Chiara a Vigna Stelluti.

L'evento si è aperto con un minuto di silenzio, osservato anche dal cardinale Zuppi, per le vittime del naufragio di Crotone, tra cui ci sono anche 14 bambini. Fino ad ora sono stati ritrovati dai soccorritori i corpi di un neonato e di due gemellini.

"Accogliere, proteggere, promuovere, integrare – ha aggiunto Zuppi con riferimento ai quattro verbi utilizzati da Papa Francesco sul tema delle migrazioni – significa appunto governare il fenomeno, se governare il fenomeno è alzare il muro, non è governare il fenomeno anzi è pensare di ignorarlo, tradendo la sicurezza perché in questo modo è sicuro che avrai dei problemi. Il problema del governare il fenomeno è giustissimo, governare significa delle scelte, significa delle decisioni".

Zuppi, per sottolineare la difficoltà del governare il fenomeno migratorio, ha voluto ricordare la strage di Natale di Porto Palo, "era il 1996, erano circa 400 persone, tutti eritrei. Ecco, io sento un po' fastidio quando sento certe frasi, in alcuni casi è meglio star zitti".

Il presidente della Cei ha così replicato a distanza alle frasi del ministro dell'Interno Matteo Piantedosi, che ieri davanti alle telecamere, parlando della tragedia, ha detto: "La disperazione non può mai giustificare condizioni di viaggio che mettono in pericolo le vita dei propri figli". Per queste parole il ministro oggi non si è scusato, e ha ribadito anzi la linea del governo. Piantedosi ha sottolineato che in questo caso l'imbarcazione non ha chiesto aiuto e non ha segnalato il distress.

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