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Naufragio a Crotone, Fratoianni: “Avrebbe dovuto esserci qualcuno a soccorrerli, potevano salvarsi”

Sono diversi gli esponenti politici che stanno commentando il tragico naufragio avvenuto davanti alle coste del Crotonese. Tra loro il sindaco di Cutro e il governatore della Calabria, ma anche il ministro Piantedosi e i leader dell’opposizione.
A cura di Annalisa Girardi
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"Il mare continua a restituire corpi, è qualcosa che non si vorrebbe mai vedere": è il commento del sindaco di Cutro, Antonio Ceraso, sul terribile naufragio avvenuto nelle prime ore del mattino davanti alle coste del Crotonese. "Tra le vittime ci sono donne e bambini, i resti del barcone si vedono su duecento, trecento metri di costa. In passato c'erano stati altri episodi, ma mai una tragedia così. Sto andando in prefettura per fare il punto con le autorità", ha aggiunto il primo cittadino.

Anche il presidente della Regione Calabria, Roberto Occhiuto, è intervenuto per commentare quanto accaduto. "Un barcone che trasportava migranti si è spezzato, a causa del mare in tempesta, davanti alle coste calabresi di Steccato di Cutro, a una trentina di chilometri da Crotone. Decine e decine di morti annegati, tra di loro anche bambini, tanti i dispersi. La Calabria è in lutto per questa immane tragedia", ha scritto in una nota.

"La Giunta regionale esprime sincero cordoglio per le vittime di questo naufragio. Ringrazio coloro che si stanno adoperando per tentare di trovare dei superstiti e per assistere i sopravvissuti, condotti nei vicini presidi ospedalieri e nel Cara di Isola di Capo Rizzuto", ha poi aggiunto.

Occhiuto ha poi proseguito precisando che l'anno scorso in Calabria sono sbarcati 18mila migranti irregolari, arrivati per la maggior parte a Roccella Jonica, "diventato ormai punto di approdo delle rotte illegali dei mercanti di esseri umani". E ha affermato: "I calabresi, un popolo che ha conosciuto il dramma dell'emigrazione, hanno accolto questi migranti, senza alzare polveroni e senza causare tensioni, ma la situazione sta davvero diventando ingestibile. Cosa ha fatto l'Unione europea in tutti questi anni? Dov'è l'Europa che dovrebbe garantire sicurezza e legalità? Che fine hanno fatto le operazioni di dialogo con i Paesi d'origine dei migranti? Tutte domande che, purtroppo, ad oggi non hanno alcuna risposta. E chi sta nei territori, a stretto contatto con la realtà di tutti i giorni, è costretto a gestire le emergenze e a piangere i morti".

Da Palazzo Chigi, Giorgia Meloni ha espresso "il suo profondo dolore per le tante vite umane stroncate dai trafficanti di uomini", per poi affermare come sia "criminale mettere in mare una imbarcazione lunga appena 20 metri con ben 200 persone a bordo e con previsioni meteo avverse". E ancora, si legge nella nota della presidente del Consiglio: "È disumano scambiare la vita di uomini, donne e bambini col prezzo del ‘biglietto' da loro pagato nella falsa prospettiva di un viaggio sicuro. Il Governo è impegnato a impedire le partenze, e con esse il consumarsi di queste tragedie, e continuerà a farlo, anzitutto esigendo il massimo della collaborazione agli Stati di partenza e di provenienza. Si commenta da sé l'azione di chi oggi specula su questi morti, dopo aver esaltato l'illusione di una immigrazione senza regole".

Il leader della Lega, Matteo Salvini, da parte sua ha detto: "Una tragedia. Ormai gli scafisti mettono in mare ‘barchini' sempre meno sicuri e malandati incassando, sulla pelle di queste persone, milioni di dollari reinvestiti in armi e droga. Fermare i trafficanti di esseri umani e' un dovere morale di tutti, soprattutto per salvare vite innocenti. Una preghiera per questi poveri morti".

Anche il ministro dell'Interno, Matteo Piantedosi, ha commentato la tragedia."Il naufragio avvenuto al largo delle coste calabresi mi addolora profondamente e ci impone innanzitutto il profondo cordoglio per le vite umane spezzate – ha scritto in una nota – È una tragedia immane che dimostra come sia assolutamente necessario contrastare con fermezza le filiere dell’immigrazione irregolare, in cui operano scafisti senza scrupoli che pur di arricchirsi organizzano questi viaggi improvvisati, con imbarcazioni inadeguate e in condizioni proibitive", ha poi aggiunto.

E ancora: "È fondamentale proseguire in ogni possibile iniziativa per fermare le partenze e che non vengano in alcun modo incoraggiate traversate che, sfruttando il miraggio illusorio di una vita migliore, alimentano la filiera dei trafficanti e determinano sciagure come quella di oggi".

Le politiche del Viminale sulla gestione dei flussi migratori sono contestate dall'opposizione, che accusa il governo di mandare le navi umanitarie nei porti del Nord Italia, costringendole ad allontanarsi dal Mediterraneo centrale. Dove, appunto, avvengono i naufragi: "Per ora 50 morti ma potrebbero essere almeno il doppio. Un ‘carico residuale' vero governo Meloni? Evidentemente se ci fosse stato un sistema di ricerca e soccorso potevano forse essere salvati", ha scritto su Twitter il segretario di Sinistra Italiana, Nicola Fratoianni.

"Decine di morti, anche bambini. Vite ingiustamente spezzate, il Mediterraneo che si macchia ancora di sangue – è invece il commento di Giuseppe Conte Ora serve mettere da parte gli slogan e far sì che l'Europa sia davvero presente, solidale e compatta nel gestire e controllare i flussi migratori. Lo dobbiamo a noi stessi, ai nostri valori, alla speranza che era negli occhi di chi oggi ha trovato la morte".

"Ancora la morte di fronte alle nostre coste. Tragedia, ansia, dolore. La speranza che i soccorritori facciano presto e che salvino più vite possibile", ha commentato invece Enrico Letta. Il leader del Terzo Polo, Carlo Calenda, da parte sua ha scritto sui social: "Le persone che sono in mare vanno salvate a tutti i costi, senza penalizzare chi aiuta a farlo. Le rotte di immigrazione illegale vanno però chiuse, altrimenti continueremo ad assistere a questa strage quotidiana". Matteo Renzi, invece: "Ancora una strage di migranti in mare. E ancora una strage di bambini. Lo abbiamo detto anche questa settimana in Senato: vanno bloccati i trafficanti di uomini, non le ONG e i volontari che provano a salvare vite. Un dolore indicibile".

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