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Covid 19

Natale, tutta Italia in zona rossa: il piano del governo per evitare boom dei contagi

Il governo guidato da Giuseppe Conte sta valutando nuove misure restrittive da mettere in campo in vista del Natale e delle festività. Le ipotesi sono quelle di rendere l’Italia zona arancione o, addirittura, zona rossa almeno nei giorni di festa, ovvero il 25 e il 26 dicembre e l’1 gennaio. Vediamo quali potrebbero essere le chiusure, quali le deroghe sugli spostamenti e quali le limitazioni.
A cura di Stefano Rizzuti
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Una nuova stretta per tutta l’Italia. Una zona rossa (o arancione) per limitare gli spostamenti ed evitare che si ripetano le scene viste nel weekend, con assembramenti soprattutto nelle vie dello shopping. Il governo sta pensando di varare nuove misure in vista delle festività natalizie per evitare un nuovo boom di contagi da Covid-19, con l’arrivo della terza ondata a gennaio. Oggi si terrà una riunione con la ministra dell’Interno, Luciana Lamorgese, e il Comitato tecnico-scientifico, per valutare il quadro sanitario e decidere le misure contro gli assembramenti per il Natale. Nella riunione di ieri sera tra il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, e i capidelegazione, alla fine è passata la linea del ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede. Che chiede più rigore dopo le immagini delle folle per stradaa causa dello shopping e delle file davanti a ristoranti e bar.

Questa mattina si farà una nuova valutazione, ipotizzando chiusure che potrebbero riguardare negozi, bar e ristoranti soprattutto nei giorni festivi e prefestivi. Di fatto l’Italia potrebbe diventare una grande zona arancione. E a Natale, e comunque nei giorni festivi, gli spostamenti potrebbero essere consentiti solamente nei piccoli comuni. Arrivando anche all’ipotesi estrema, ma non esclusa, di una zona rossa nazionale proprio per i giorni di festa e forse anche per il weekend precedente al Natale. Anche perché l'idea del massimo rigore viene ora giustificata dalla decisione di Angela Merkel, che per la Germania prevede un semi-lockdown.

Natale, come cambiano gli spostamenti tra i comuni

In mattinata dovrebbe arrivare al Senato anche la mozione sugli spostamenti tra comuni per Natale, Santo Stefano e Capodanno. Il governo sembra voler autorizzare poche deroghe, solamente per i comuni più piccoli, con al massimo 5mila abitanti. I movimenti potrebbero essere limitati a un raggio massimo di 30 chilometri, anche se i più rigoristi nel governo vorrebbero ridurre questa cifra. Il divieto di spostamento il 25 e 26 dicembre e l’1 gennaio verrebbe eliminato, però, solo per i piccoli comuni. Con l’ipotesi che il resto d’Italia sia, di fatto, zona rossa.

Le chiusure allo studio per le festività natalizie

La riunione di oggi vedrà protagonista Luciana Larmogese, che dovrà fare il punto della situazione sui controlli, sulle multe e soprattutto sulle chiusure scattate in queste ore per gli assembramenti. In ogni caso saranno i prefetti a decidere se e dove bloccare la circolazione. L’ipotesi è quella di chiudere esercizi commerciali e locali pubblici nei giorni festivi. Vuol dire, in sostanza, chiudere bar, ristoranti, pasticcerie e negozi nei giorni festivi e prefestivi. Rimarrebbero aperti solo farmacie, tabacchi ed edicole. Le chiusure potrebbero scattare già dal 19 o dal 20 dicembre. Anche se potrebbero pure slittare ai giorni più a ridosso del Natale.

I tre scenari e le diverse restrizioni per Natale

Secondo quanto riporta Repubblica, sono al momento tre gli scenari al vaglio del governo. Il primo varrebbe per il periodo dal 24 dicembre al primo gennaio: tutta Italia sarebbe zona arancione, non permettendo quindi di uscire dal proprio comune e chiudendo bar e ristoranti. Il secondo scenario riguarderebbe solo i giorni festivi e prefestivi, quindi dal 24 al 27 dicembre, dal 31 dicembre al 3 gennaio e poi il 5 e 6 gennaio. In questo caso l’Italia sarebbe tutta zona rossa: verrebbero chiusi i negozi, vietati tutti gli spostamenti e consentita una flessibilità minima solamente per il giorno di Natale, anche per permettere agli italiani di andare a messa. Infine, c’è un terzo scenario, leggermente più morbido: andrebbe dal 24 dicembre al 6 gennaio e verrebbero chiusi bar e ristoranti con un rafforzamento del coprifuoco per le feste, magari dalle 18 o dalle 20, con l’obiettivo di bloccare cenoni, aperitivi e feste in casa.

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