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Natale, Di Maio: “Se esperti chiedono altre restrizioni dobbiamo ascoltarli o avremo terza ondata”

Il ministro degli Esteri Luigi Di Maio ha annunciato che il governo deciderà nelle prossime ore sulle restrizioni per le feste natalizie: “In questo momento si decidono i prossimi mesi, questa è una fase nella quale decideremo come si comporterà la curva dei contagi. I morti sono ancora tanti, la curva risale. Perciò servono scelte decise”.
A cura di Annalisa Cangemi
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In una diretta Facebook il ministro degli Esteri Luigi Di Maio è tornato sul tema delle restrizioni per Natale, che il governo deciderà nelle prossime ore. "In questo momento si decidono i prossimi mesi, questa è una fase nella quale decideremo come si comporterà la curva dei contagi. I morti sono ancora tanti, la curva risale. Perciò servono scelte decise, come governo, perché altri Paesi le stanno prendendo in tutta Europa per evitare la terza ondata", ha detto. E quindi per invertire la curva del contagio bisogna varare una nuova stretta, ha annunciato il titolare della Farnesina.

In questo momento è ancora in corso la riunione dei capi delegazione di governo con il presidente del Consiglio Conte proprio sulle chiusure di Natale, per evitare assembramenti nel periodo delle feste. L'ala rigorista dell'esecutivo insiste sulla necessità di misure più stringenti in modo da arrivare ad una zona rossa nazionale. Ma come il premier Conte continua a esprimere perplessità sull'eventualità di costringere gli italiani a non uscire di casa. Il confronto va avanti da oltre due ore, e Conte ha dovuto rinunciare al suo intervento all'assemblea di Confesercenti.

"La situazione è delicata. La Germania ha dichiarato il lockdown totale fino al 14 gennaio, perché si teme una terza ondata. Siamo nel periodo di Natale, ci sono persone rimaste a casa per settimane perché si trovavano in Regioni rosse. Giustamente i cittadini vogliono anche andare a fare shopping, ma in questo momento si decidono i prossimi mesi. Il numero dei morti continua a preoccuparci, ieri intorno agli 800 oggi circa 700. Ed è per questo che dovremo fare scelte decise, che devono permetterci di vivere il Natale il più possibile in serenità, ma bisogna farle. Sapete che stiamo lavorando sul vaccino, l'Ema ha anticipato la certificazione del vaccino al 21 dicembre, il piano per i vaccini è stato presentato, lo stiamo sviluppando con il commissario Arcuri, e vuol dire che dalla metà di gennaio potremo partire con la vaccinazione. Ma per vaccinare 60 milioni di italiani ci vorranno mesi e dovremo farlo con accuratezza".

Il nodo spostamenti

Per Di Maio le eventuali misure restrittive vanno affrontate con dati scientifici, non sono un fatto politico: "E se gli scienziati ci dicono che c'è il rischio di una terza ondata noi ne dobbiamo tenere conto come governo", ha affermato.

"Vorrei anche chiarire che io resto della stessa idea per quanto riguarda i piccoli comuni, l'ho detto chiaramente, non ha senso che in una grande città tutti possano spostarsi internamente e quelli di un comune di 150mila abitanti no. Serve buon senso. Quando dico che si devono evitare gli spostamenti parlo di quello tra Nord a Sud, tra Regioni, di solito a Natale si spostano 15 milioni di italiani".

I casi Regeni e Paciolla

"La seconda cosa che vorrei dirvi è che oggi c'è stata una riunione di governo su Giulio Regeni, e su quello che vogliamo come Stato, e cioè la verità. Voglio anche ringraziare anche la Procura di Roma per il lavoro che ha fatto che ha portato a un rinvio a giudizio che ha svelato i particolari atroci che ha subito Giulio prima di morire".

"Abbiamo preso una decisione, assieme al premier e ai ministri Lamorgese e Guerini: ora dobbiamo impegnare le istituzioni europei, perché stiamo parlando Di diritti umani e nessuno deve tirarsi indietro. Chiederemo a tutti gli Stati europei di prendere decisioni sulla verità su Giulio Regeni".

"Il tema dei nostri connazionali all'esteri mi è ben nota. Dobbiamo lavorare anche per Mario Paciolla, che collaborava con le Nazioni Unite. Non ho dimenticato i nostri pescatori che sono in Libia, ce la stiamo mettendo tutta. Non si deve scambiare il silenzio", che serve nelle iniziative diplomatiche "con l'inattività", ha detto Di Maio, riferendosi anche al caso di Patrick Zaki, lo studente egiziano ancora in carcere dallo scorso febbraio. "Vogliamo permettergli di riabbracciare la famiglia il prima possibile. Un abbraccio ai comitati che sostengono Chico Forti: non ho dimenticato il lavoro che stiamo facendo su Chico per portarlo in Italia".

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