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Nasce il primo Governo deberlusconizzato

Nasce ora il primo governo “deberlusconizzato” ma con il centrodestra: a pensarci bene una svolta dopo 20 anni di (vera o presunta) unanimità.
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In poche parole, c'è una nuova maggioranza, composta dal Partito Democratico, da Scelta Civica e dai dissidenti del Popolo della Libertà. Ma c'è anche il dato politico: Silvio Berlusconi incassa una nuova (e sostanziale) scissione. La più dolorosa, perché costruita dai suoi fedelissimi. La più incidente, perché impedisce nei fatti la caduta del Governo Letta. E la più rilevante da un punto di vista "storico", perché avvenuta in risposta alla sovrapposizione fra vicende personali e giudiziarie e destino dell'esecutivo e del partito. Ma andiamo con ordine.

Da un punto di vista strettamente numerico la risposta è arrivata ben prima del voto di fiducia, con la firma del documento di sostegno a Letta da parte di 23 senatori eletti con il Popolo della Libertà. A questi, andrebbero sommati i 108 senatori del Partito Democratico, i 20 di Scelta Civica, per un totale di 151 "componenti effettivi". Al raggiungimento e al superamento di quota 161 concorrono poi 6 – 8 membri del gruppo Gal, 4 – 6 dal Misto, qualche senatore a vita e "altri". Quanto questo basterà per tirare avanti non è ancora dato sapere.

Politicamente la frattura interna al Pdl è invece rilevante per una serie di ragioni. Silvio Berlusconi è di nuovo minoranza e, salvo clamorose sorprese, è ad un passo dalla decadenza dalla carica di senatore e dunque dalla "perdita dell'agibilità politica". Nasce un Governo atipico, con il Popolo della Libertà "di lotta e di governo", con ministri direttamente espressione del centrodestra, voluti fortemente proprio dal Cavaliere e una frattura per ora solo formale nell'Aula del Senato.

Ed è una innegabile sconfitta politica e personale di Silvio Berlusconi, privato della leva del "ritorno alle urne" ed il cui potere contrattuale è ridotto ai minimi termi. A giocare un ruolo decisivo, per paradossale che possa sembrare, più che considerazioni di ordine politico, è stata la rottura degli equilibri interni al Pdl, con il trionfo dei falchi e la ribellione delle colombe. Che arriva proprio quando invece al Cavaliere sarebbe stata necessaria compattezza ed unità d'intenti, anche in relazione al "ritorno di Forza Italia" (con la guerra di posizione tra i maggiorenti pidiellini giunta ad un punto di non ritorno). Insomma, nasce un Governo delle larghe intese ma "deberlusconizzato" (come suggeriva Angela Mauro su HuffPost). Frutto, più che del fallimento della pacificazione interna alla maggioranza, della rottura di quella tregua armata interna al Pdl, firmata probabilmente con il "ritorno in campo di Berlusconi" per la campagna elettorale delle politiche 2013.

UPDATE – Dopo il colpo di scena determinato dall'ennesimo cambiamento di idea di Silvio Berlusconi, una tale lettura sembrerebbe in discussione. In realtà, come immediatamente sottolineato da Zanda, le cose non cambiano e lo strappo di oggi avrà inevitabili conseguenze sull'equilibrio del Governo, togliendo appunto peso contrattuale al Cavaliere e provocando ovviamente un capovolgimento degli equilibri interni all'esecutivo.

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A Fanpage.it fin dagli inizi, sono condirettore e caporedattore dell'area politica. Attualmente nella redazione napoletana del giornale. Racconto storie, discuto di cose noiose e scrivo di politica e comunicazione. Senza pregiudizi.
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