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Napolitano rinuncia all’aumento dello stipendio fino alla fine del mandato

Giorgio Napolitano ha deciso di rinunciare all’adeguamento del suo stipendio nell’ambito della revisione della spesa pubblica del Quirinale, che per il triennio 2011-2013 riuscirà a restituire al Ministero dell’Economia più di 15 milioni di euro.
A cura di Antonio Palma
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Napolitano rinuncia all'aumento dello stipendio fino alla fine del mandato

Il Presidente della Repubblica rinuncerà a partire da quest'anno e fino alla fine del suo mandato all'adeguamento del suo stipendio previsto per legge. Lo ha annunciato lo stesso Quirinale in una nota in cui spiega le misure varate dalla Presidenza della Repubblica per contribuire al risparmio della spesa pubblica. Come previsto dalla costituzione, infatti, al Capo dello Stato è attribuito un assegno che in base alla legge n. 372 del 23 luglio 1985 è quantificato in duecento milioni di lire da adeguare ogni anno all'indice dei prezzi al consumo registrato dall'Istat nell'anno precedente. Giorgio Napolitano però nella complessiva opera di revisione della spesa del Quirinale già avviata da tempo, ha voluto compiere un ulteriore gesto personale comunicando al Ministro dell'economia e delle finanze la rinuncia all'adeguamento fino alla scadenza del suo mandato.

Il Quirinale restituirà oltre 15 milioni di euro – Per il Quirinale è tempo di tagli e con il risparmio complessivo ottenuto dal triennio 2011 – 2013 la Presidenza della Repubblica si appresta a restituire al Ministero dell'economia e delle finanze la somma complessiva di circa quindici milioni di euro, più altri 560mila previsti dai tagli del 2014. Come ricordano dal Quirinale questi nuovi risparmi si aggiungono a quelli già realizzati dal 2006 all'anno scorso pari a circa 56 milioni di euro realizzati tra l'altro grazie al blocco del turnover, alla riduzione dei compensi e delle indennità per il personale, alla riduzione delle ferie e alla complessiva riorganizzazione amministrativa interna. Grazie a questi provvedimenti e alla riforma delle pensioni il Quirinale è riuscito a bloccare fino al 2013 la dotazione a carico del bilancio dello Stato che per quest'anno e l'anno prossimo è rimasta sostanzialmente invariata rispetto a quella del 2008 a fronte di un'inflazione in netto aumento.

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