Napolitano firma la manovra ma chiude sul decreto intercettazioni
IL DECRETO E' LEGGE – Dopo il sì della Camera alla manovra giunto nella giornata di ieri, la manovra finanziaria è stata firmata questa mattina dal Presidente Napolitano. Il decreto diventa quindi legge a tutti gli effetti. Si chiude quindi questo lungo iter percorso dalla manovra, culminato ieri con la fiducia a Montecitorio.
Intanto dalla Banca Centrale Europea giungono notizie non rassicuranti, nonostante la repressiva manovra finanziaria appena approvata. Tutto ciò potrebbe non bastare per il riequilibrio dei conti dello Stato, dal momento che la Bce ha già lanciato un monito al governo italiano e agli altri Stati che stanno varando manovre finanziarie contenitive (in principal modo la Spagna): "Gli Stati si preparino ad altre manovre".
Tanti sono stati gli appelli rivolti al Presidente per invitarlo a non firmare il decreto: tre giuristi, Alberto Lucarelli, Ugo Mattei e Luca Nivarra (che hanno contribuito alla redazione dei quesiti referendari di giugno scorso sui servizi pubblici locali e sulla tariffa per il servizio idrico) parlano apertamente di incostituzionalità di tale manovra, poiché quest'ultima stravolgerebbe il risultato dei referendum.
Così il segretario della Fiom Landini, che ha scritto di recente al Presidente: "ci rivolgiamo al presidente Napolitano affinché, in quanto garante della nostra Costituzione, non firmi una legge in contrasto con i principi della Carta". La risposta del Quirinale è stata netta: "sorprende che da parte di una figura di rilievo del movimento sindacale si rivolgano al presidente della Repubblica richieste che denotano una evidente scarsa consapevolezza dei poteri e delle responsabilità del Capo dello Stato".
SCATTA L'AUMENTO IVA – Anche perchè l'effetto della manovra appena approvata sarà immediato: con la pubblicazione del testo della nuova legge sulla Gazzetta Ufficiale (probabilmente domani) tanti prodotti risulteranno più cari a partire dai prossimi giorni; colpiti dal ritocco dell'aliquota Iva (dal 20 al 21%) prodotti come vino, tv, giocattoli, automobili, scarpe e detersivi. E se l'aumento sui singoli acquisti si sentirà poco (per un paio di scarpe da 120 euro si stima che l'aumento sarà di appena 1 euro), la Confederazione Generale Italiana di Artigiani di Mestre avverte che la manovra appena approvata costerà 5.700 euro in più all'anno per ogni famiglia.
UN DECRETO ANTI-INTERCETTAZIONI? – Diverso discorso invece sulla possibilità di un decreto che limiti l'uso e la pubblicazione delle intercettazioni: un netto NO del Presidente Napolitano è giunto nel corso del colloquio di ieri mattina con il premier Berlusconi. L'incontro, che sarebbe durato 20 minuti (durante il quale ufficialmente Berlusconi ha riferito al Presidente sul successo della sua missione a Bruxelles, in cui ha illustrato la manovra finanziaria italiana) avrebbe avuto come oggetto anche le inchieste giudiziarie che coinvolgono il Presidente del Consiglio. Ma all'eventualità di una nuova legge bavaglio il Quirinale si sarebbe opposto fermamente.
Il Ministro della Giustizia Nitto Palma ha smentito le indiscrezioni circa il ripristino di un decreto sulle intercettazioni:
"Un decreto presuppone la necessità e l'urgenza, non credo ci sia mai stato un decreto legge su una normativa processuale".
NUOVE MISURE RESTRITTIVE? – Oltre le dimostrazioni che ieri hanno accompagnato l'approvazione del testo in Parlamento, i partiti di opposizione hanno visto approvare alcuni ordini del giorno, con i quali il governo deciderà se tassare i capitali in Svizzera, se esigere la tassa Ici sui beni della Chiesa, se rivedere l’articolo 8 e ad aprire un confronto con gli enti locali; inoltre il Consiglio dei Ministri ha posto "il carattere di urgenza" sull'iter legislativo circa la riforma costituzionale che prevede (tra i vari aspetti) il dimezzamento dei parlamentari e la nascita del Senato federale.