Napolitano contro Berlusconi: “Dovrei querelarlo, ma provo un sentimento di pietà”
Nella giornata di ieri la maggioranza ha incassato il via libera del senato al disegno di legge di revisione della Costituzione che porta la firma del Presidente del Consiglio Matteo Renzi e del ministro per i Rapporti col Parlamento Maria Elena Boschi. L’ok è arrivato con 179 sì, mentre le opposizioni (Sel, FI e M5S) non hanno partecipato al voto. In Aula si è peraltro vissuto qualche momento di tensione quando è toccato a Giorgio Napolitano intervenire in dichiarazione di voto: l’ex Presidente della Repubblica è stato oggetto di una breve contestazione, in particolare dal senatore Scilipoti, subito spenta dai commessi d’Aula.
Poche ore prima, però, alcuni giornali avevano riportato giudizi durissimi nei suoi confronti, attribuendoli a Silvio Berlusconi. Il Cavaliere, nel corso dell’incontro con i suoi senatori, avrebbe esclamato: “Ora basta, Napolitano non dovrebbe proprio parlare, non farei parlare chi ha compiuto un golpe”. Una frase non confermata ufficialmente, ma che non ha mancato di far discutere.
E la risposta del senatore a vita non si è fatta attendere. Napolitano ha preso carta e penna e inviato una breve lettera al capogruppo di Forza Italia Romani, il cui contenuto è stato in parte svelato da Repubblica: “Ho letto attribuite a Berlusconi parole ignobili, che dovrebbero indurmi a querelarlo, se non volessi evitare di affidare alla magistratura giudizi storico-politici; se non mi trattenesse dal farlo un sentimento di pietà verso una persona vittima ormai della proprie, patologiche, ossessioni”.
La missiva è stata recapitata dai commessi (e fotografata da qualche operatore), ma non avrebbe ricevuto una risposta immediata, anche se secondo qualche indiscrezione tra il capogruppo di FI e l'ex Capo dello Stato ci sarebbe stato un breve colloquio chiarificatore.
