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Napolitano all’attacco: “No al voto anticipato, si arrivi a scadenza della legislatura”

Duro monito dell’ex capo dello Stato: “In tutti i paesi democratici europei si vota alla scadenza naturale delle legislature. Da noi legge elettorale fatta per convenienza da 4 leader”.
A cura di Redazione
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Con la legge elettorale in dirittura d’arrivo, sempre nel caso in cui tenga il patto fra i principali partiti in Parlamento, sembra molto probabile il ricorso al voto anticipato. In tal senso, sono in molti a pensare che si possa tornare a votare tra la fine di settembre e l’inizio di ottobre, anticipando dunque la fine dell’attuale legislatura.

Contro tale scenario si schiera però l’ex Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, con un monito che sta facendo discutere l’opinione pubblica. Per il senatore a vita, infatti, “il voto anticipato è paradossale, è un colpo alla credibilità del Paese”, dunque bisognerebbe fare come negli altri Paesi europei, in cui “ vota alla scadenza naturale delle legislature”. “Fare diversamente”, continua Napolitano, “significa dare il massimo contributo negativo al consolidamento della credibilità politico-istituzionale del paese”; nonché riproporre “il tema dell'instabilità di governo”, che peggiora la situazione “sul piano dell'immagine e dei rapporti politici, dal prospettare, senza neppure offrire motivazioni appena sostenibili, ipotesi di date per elezioni anticipate, e, in conseguenza, per scadenze di governo e parlamentari, come la presentazione del bilancio dello Stato per il 2018”. Duro anche il giudizio sulla nuova legge elettorale, che per Napolitano, è il frutto di un accordo “fatto da quattro leader per calcolo di convenienza. Non è la legge che volevamo. Una legge elettorale non deve fotografare un Paese ma dare un governo stabile".

Poi l’affondo nei confronti di Beppe Grillo e in generale della politica del MoVimento 5 Stelle: “In questo momento attua una strategia molto intelligente dal punto di vista elettorale, cioè non fare scelte precise, ma concentrarsi sulla critica […] Però il governo è un'altra cosa, il governo purtroppo è scontentare e scegliere”.

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