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Napoli, il comune non si sciogle: firme raccolte in modo non regolare, la Iervolino è ancora sindaco

Ennesimo colpo di scena all’ombra del Vesuvio: il comune di Napoli non può essere sciolto e Rosa Russo Iervolino è ancora sindaco perché le 31 firme dei consiglieri comunali dimissionari non sono state raccolte in modo corretto: un vizio di forma nelle dimissioni di Fabio Benincasa.
A cura di Alessio Viscardi
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Ennesimo colpo di scena all'ombra del Vesuvio: il comune di Napoli non può essere sciolto e Rosa Russo Iervolino è ancora sindaco perché le 31 firme dei consiglieri comunali dimissionari non sono state raccolte in modo corretto. Un vizio di forma nelle dimissioni di Fabio Benincasa e anomalie rilevanti anche in quelle di altri quattro consiglieri hanno di fatto invalidato lo scioglimento del comune. Il prefetto blocca la procedura e la nuovamente sindaco Iervolino commenta pungente: “Non sanno nemmeno dimettersi”.

Il prefetto di Napoli, Andrea De Martino, ha fermato lo scioglimento del comune di Napoli avvertendo il ministero dell'Interno: “Non firmo lo scioglimento del consiglio comunale perché non c’è coerenza tra le modalità di presentazione delle dimissioni e il quadro normativo di legge” dice il prefetto. Il motivo principale è l'irregolarità nella firma sulle dimissioni del consigliere comunale dell'Udc, Fabio Benincasa, che le aveva presentate il 22 febbraio in violazione delle procedure previste dalla legge e causando l'invalidazione del faldone di dimissioni consegnato ieri sera in prefettura. Venendo meno la firma di Benincasa ed essendo 60 i consiglieri comunali, le dimissioni valide sono soltanto 30 e non 31, non sufficienti a causare lo scioglimento dell'amministrazione cittadina.

Irregolari, di conseguenza, anche le dimissioni di Stanislao Lanzotti, Enrico Lucci, Francesco Vitobello, Gennaro Carbone, che avevano condizionato la propria scelta alle dimissioni contestuali di altri 31 consiglieri, una condizione che non si verifica con l'annullamento di quelle di Benincasa che conferma tutto e si chiama fuori da ulteriori tentativi di spallata alla Iervolino: “È vero, ho firmato le dimissioni il 22 febbraio in una circoscrizione e poi quelli del Pdl hanno sbagliato tutto. Hanno avuto troppa fretta, troppa ansia di protagonismo. Non mi hanno avvisato, non hanno avuto la mia delega. Hanno pensato solo a fare uno striscione ridicolo. Adesso deciderà l’Udc cosa fare, per ora non firmo”. Durante la conferenza stampa tenuta stamattina a Palazzo San Giacomo, il sindaco aveva lanciato l'allarme per una possibile compravendita di consiglieri. Ora Rosetta potrà guidare la città fino alle elezioni comunali 2011 che si terranno in primavera.

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