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Napoli, Equitalia e Comune sempre più a braccetto: caccia a 9mila super morosi

L’Amministrazione de Magistris e la società di riscossione varano un piano per stanare 9mila evasori con cartelle che vanno dai 20mila ai 250mila euro.
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Soldi da dare, soldi da ricevere. In entrambi i casi, una montagna di soldi. In entrambi i casi denaro da recuperare a suon di cartelle esattoriali. Il Comune di Napoli deve milioni di euro da Equitalia. E ad Equitalia lo stesso Comune di Napoli deve darne ancora di più. Al centro di tutto c'è una certezza: nel capoluogo campano c'è chi quelle cartelle le paga, magari indebitandosi fino all'osso, e chi invece non paga e se ne frega della carta ‘e Equitalia, ovvero della salata “sfogliatella” che bussa a domicilio chiedendo denaro per il mancato pagamento di imposte (quella sui rifiuti anzitutto) o per le contravvenzioni iscritte a ruolo. All'ombra del Vesuvio la cartella esattoriale è una delle paure più diffuse per  coloro che vivono un'esistenza economicamente appesa ad un filo; persone per le quali due contravvenzioni al Codice della Strada in un mese rappresentano un serio problema di scelta: Equitalia o pranzo e cena? Non a caso Napoli è stata il primo "laboratorio politico" anti-cartella esattoriale. Qui, prima che ci pensasse Beppe Grillo e poi a ruota lo seguissero centrosinistra e centrodestra, sono nati movimenti  politici che promettevano l'abolizione del riscossore e dei suoi metodi. Uno su tutti, quello di Angelo Pisani, l'avvocato che combattendo la battaglia tra il fisco italiano e Diego Armando Maradona è diventato poi noto personaggio politico locale: oggi è il presidente della Municipalità di Scampia. Poi è salita la tensione: a partire dal 2012, davanti a sedi dell'Agenzia delle Entrate e di Equitalia Sud dure contestazioni sfociate in scontri con la polizia radunarono in piazza disoccupati e precari organizzati di varie sigle, giovani dei movimenti dell'ultrasinistra e della destra estrema, ragazzi dei centri sociali che si muovevano col “consenso morale” di gran parte della città. Una situazione che gli stessi uffici della Questura non esitarono a definire pericolosa. Ed esplosiva, viste le bombe carta fatte deflagrare dinanzi alcune sedi del riscossore.

Poi è arrivato il periodo delle notizie dei suicidi per la crisi: numerosi casi, registrati non solo in Campania, di persone che si erano tolte o avevano tentato di togliersi la vita perché dovevano soldi al Fisco. Nel maggio 2012, l'annuncio del sindaco di Napoli Luigi de Magistris: «Da gennaio 2013 Equitalia non lavorerà più per il Comune di Napoli». «Stiamo lavorando alla creazione di una una nuova struttura di riscossione con l'Anci – annunciò il sindaco di Napoli – che possa gestire l'intera riscossione ‘in house' all'interno del Comune. Bisogna migliorare moltissimo rispetto quanto è stato fatto finora». Siamo ad agosto 2013 e le cose sono evidentemente andate in maniera diversa: qualche settimana fa, infatti, Palazzo San Giacomo ha approvato una delibera che chiarisce qual è lo stato di cose presenti. Il Comune deve soldi a Equitalia e viceversa. «Equitalia ha più volte fatto presente – si legge – che il Comune di Napoli ha una esposizione debitoria per cartelle esattoriali insolute e non sospese, relative a ruoli per tributi, canoni per un importo pari a 17 milioni di euro». Palazzo San Giacomo altresì vanta dal concessionario crediti per 2 milioni di euro relativi a sgravi e pagamenti errati, nonché la bellezza di 50 milioni di euro nei confronti dell'Agenzia delle Entrate per crediti Iva.

Equitalia quindi ha proposto – e l'Amministrazione de Magistris ha accettato – un piano per ridurre la massa debitoria esistente. Nel mirino ci sono i cosiddetti grandi morosi, ovvero coloro i quali hanno crediti superiori a 20mila euro e arrivano fino a 250mila. Ce ne sono circa 9mila nel capoluogo campano, la lista è ovviamente riservata ma chi l'ha vista assicura che al suo interno ci sono nomi più che noti. Novemila super morosi cui ora sarà data la caccia con un piano ad hoc, tarato su ogni singolo caso, integrando e confrontando gli elementi emersi dall'incrocio delle varie banche dati. Una modalità, insomma, che da tempo si va predicando in tema di caccia agli evasori. Perché dunque ora dovrebbe funzionare? Molto semplice: stavolta sarà Equitalia Sud a tenere in mano le redini del gioco. Già, perché i denari incassati, recita la delibera, «potranno essere trattenuti da Equitalia per il pagamento della rata mensile dei rateizzo». E già si guarda al futuro: lo stesso trattamento potrebbe presto essere utilizzato anche per chi ha debiti meno esorbitanti ma comunque rilevanti, ovvero da 10mila a 20mila euro. Settembre sarà il primo banco di prova di questo nuovo giro di vite. Ed è probabile che la protesta contro le cartelle esattoriali tornerà in piazza.

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Giornalista professionista, capo cronaca Napoli a Fanpage.it. Insegna Etica e deontologia del giornalismo alla LUMSA. È autore del libro "Se potessi, ti regalerei Napoli" (Rizzoli). Ha una newsletter dal titolo "Saluti da Napoli". Ha vinto il Premio giornalistico Giancarlo Siani nel 2007 e i premi Paolo Giuntella e Marcello Torre nel 2012.
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