Mussolini difende la scelta di La Russa di custodire il busto del Duce: “Se venite a casa mia è pieno”
Alessandra Mussolini ha minimizzato le polemiche nate per le dichiarazioni del presidente del Senato, Ignazio La Russa, che due giorni fa ha rivendicato la scelta di conservare in casa un busto del Duce, un cimelio che gli è stato donato dal padre. "Sono sempre stato dipinto come quello che ha i busti del Duce. È vero, ce l'ho. Me l'ha lasciato mio padre e non capisco perché dovrei buttarlo", ha affermato ieri La Russa.
Per l'eurodeputata ed esponente di Forza Italia, che di Benito Mussolini è la nipote, la scelta della seconda carica dello Stato è perfettamente legittima: "È una sua, giustamente, libertà. Se venite a casa mia è pieno. Quello è mio nonno. E quindi ci mancherebbe altro. Io credo che se noi andiamo avanti con questo seminare anche un po', non dico odio, speriamo che non sia così, ma zizzania tra le varie differenze non arriviamo da nessuna parte", ha dichiarato ad Agorà Rai Tre, condotto da Monica Giandotti.
Della stessa opinione un altro discendente del Duce, Caio Giulio Cesare Mussolini, pronipote di Benito, già candidato Fdi alle ultime europee: "La Russa ha il busto di Benito Mussolini in casa? E allora? Mi sembrano discussioni anacronistiche, quando attraversiamo un periodo difficilissimo, con l'economia a rotoli, la disoccupazione giovanile, una guerra devastante… La sinistra crea una querelle sul busto del Duce… Secondo me, ognuno è libero di tenere chi vuole in casa".
"Io – ha aggiunto – non mi permetterei mai di criticare chi ha un poster di Mao, Lenin, Stalin, Che Guevara… Chi va in giro con la maglietta del Che non sa che era un assassino, un omofobo che mandava i gay nei campi di concentramento. Sono polemiche assolutamente sterili e fuori luogo".
Anche lui del resto ha in casa qualche cimelio o ritratto del capo del fascismo: "Sono cose di famiglia. È evidente che le ho… È la mia famiglia. Riguarda 20 anni di storia d'Italia. È veramente una questione sterile, questa…".
Ma la vicenda continua a far discutere. "Le elezioni le ha vinte la destra. E non quelle di Berlusconi e dei suoi conflitti d'interesse. C'è un sentimento di riscatto, ma anche di vendetta, se penso al presidente del Senato che rivendica di avere il busto di Mussolini", ha commentato Gianni Cuperlo, candidato alla segreteria del Pd, intervenendo a Radio Immagina.
"Stemperando il ricordo della dittatura fascista in un nostrano ‘volemose bene', gli italiani hanno evitato quel doloroso cammino di piena consapevolezza della nostra storia che altri Paesi hanno invece deciso di affrontare. Un cammino che ancora una volta, anche adesso che abbiamo al Governo chi si e' formato stando dall'altra parte della Storia, abbiamo evitato ed evitiamo in tutti i modi. Il problema non è solo la presenza tuttora attuale di pericolosi gruppi neofascisti in Italia, come il l'assalto alla CGIL ci ha drammaticamente ricordato", ha detto il senatore di Italia Viva Ivan Scalfarotto nel suo podcast quotidiano ‘la Versione di Ivan'.
"La questione è assai più diffusa, come dimostra il fatto che in Italia ci sia un'esponente politica che ha pacificamente costruito una carriera sul chiamarsi Mussolini e sul fatto che tanta gente aveva voglia di scrivere quel nome su una scheda elettorale: figuriamoci cosa sarebbe successo in Germania se una Frau Hitler si fosse presentata alle elezioni. Se non siamo tuttora in grado di ricordare con assoluta nettezza e in modo unanime il fascismo come l'orrore che effettivamente è stato, stupirsi che il presidente del Senato abbia il busto di Mussolini in casa rimane purtroppo una cosa un po' ingenua".