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Muslim Ban: il razzismo strabico di Trump

Il provvedimento di Donald Trump non riesce nemmeno ad essere protezionista, smentendo di fatto un nazionalismo solo a parole. E infatti il provvedimento di Trump non ha toccato l’Egitto, la Turchia, gli Emirati Arabi l’Arabia Saudita con cui, curiosamente, gli USA hanno in essere importanti accordi commerciali.
A cura di Giulio Cavalli
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Non c'è mossa più antiamericana del Muslim Ban di Donald Trump, con buona pace di tutti quelli che continuano a eccitarsi per il neo nazionalismo di un Presidente USA che in pochi giorni ha dimostrato al mondo il lato peggiore del razzismo edulcorato in nome della sicurezza. C'è un nome che potrebbe essere la fotografia di questo provvedimento: si chiama Hameed Khalid Darweesh, è iracheno e negli ultimi anni ha salvato la vita ai soldati americani nel suo ruolo di traduttore per la 101st Airborne Division dell'esercito degli Stati Uniti. Hameed Khalid Darweesh è stato arrestato venerdì all'aeroporto JFK di New York: le assurde restrizioni di Trump stanno tutte qui.

Ma non è tutto. C'è un'iscrizione incisa sulla base della Statua della Libertà della poetessa Emma Lazarus, dice "Datemi i vostri stanchi, i vostri poveri, le vostre masse infreddolite desiderose di respirare liberi, i rifiuti miserabili delle vostre coste affollate. Mandatemi loro, i senzatetto, gli scossi dalle tempeste e io solleverò la mia fiaccola accanto alla porta dorata". Gli USA sono "storicamente costruiti in gran parte sul sudore e l'ingegno di immigrati e rifugiati.Musulmani americani, immigrati e nati negli Stati Uniti allo stesso modo, sono parte del tessuto di questa nazione e una parte di ciò che rende grande l'America", ha scritto nel suo editoriale per il The Guardian Cecilia Wang. Il nazionalismo di Trump è antistorico, oltre che inefficace.

Non solo: il provvedimento di Trump non ha toccato l'Egitto, la Turchia e l'Arabia Saudita con cui, curiosamente, gli USA hanno in essere importanti accordi commerciali. Così rimane escluso il Paese che ha dato i natali a Bin Laden, per dire. Sempre stando alle statistiche: tra il 1975  il 2015 nessun cittadino americano è stato ucciso da uomini provenienti dagli Stati coinvolti dal Muslim Ban di Trump mentre 159 americani sono stato uccisi per mano libanese, 162 per mano egiziana, 314 da persone provenienti dagli emirati Arabi e 2369 da sauditi. Anche il razzismo è strabico, oltre che razzista. Oppure, più semplicemente, Trump è preoccupato più di rassicurare la paura becera (e ignorante) piuttosto che analizzare i dati.

Quindi a che serve il Muslim Ban? È utile per intensificare la narrazione trumpiana dell'uomo forte al comando e per continuare a lisciare la pancia dei suoi fan. Urlacci da campagna elettorale permanente che hanno mobilitato l'indignazione del resto del mondo (anche se il Presidente del Consiglio italiano, ad ora, si è limitato a un cauto tweet generico senza citare gli USA e Trump). Solo che ora che Trump è presidente ci sono di mezzo anche le persone, oltre ai voti e i likes sui sociale. Persone vere.

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Autore, attore, scrittore, politicamente attivo. Racconto storie, sul palcoscenico, su carte e su schermo e cerco di tenere allenato il muscolo della curiosità. Collaboro dal 2013 con Fanpage.it, curando le rubriche "Le uova nel paniere" e "L'eroe del giorno" e realizzando il format video "RadioMafiopoli". Quando alcuni mafiosi mi hanno dato dello “scassaminchia” ho deciso di aggiungerlo alle referenze.
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