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Musei, il ministro Sangiuliano a Fanpage.it: “Chi non può permettersi il biglietto, vada quando è gratis”

Il ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano è finito al centro delle polemiche, dopo aver difeso la scelta del direttore degli Uffizi di alzare a 25 euro il prezzo del biglietto per il museo fiorentino. Secondo Sangiuliano: “Se una cosa ha un valore, deve anche essere un po’ pagata”. Parole che hanno scatenato le critiche di molti addetti del settore, per cui Sangiuliano proporrebbe una visione classista ed elitaria della fruizione dei beni culturali. Ecco come, intervistato da Fanpage, il ministro risponde alle accuse.
A cura di Marco Billeci
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Il Ministro della Cultura Giuliano Sangiuliano (Mauro Scrobogna /LaPresse)
Il Ministro della Cultura Giuliano Sangiuliano (Mauro Scrobogna /LaPresse)

Nei primi mesi del suo mandato, il ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano ha fatto più volte parlare di sé, per uscite che hanno suscitato polemiche. L'ultima in ordine di tempo riguarda il costo dell'ingresso ai musei. Commentando la decisione del direttore degli Uffizi di Firenze di aumentare il prezzo base del biglietto da 12 a 25 euro, Sangiuliano non solo ha difeso la scelta, ma ha allargato il ragionamento sostenendo che "’c’è anche un discorso morale, etico perché se una cosa ha un valore intrinseco, storico, deve anche essere un po’ pagata". "Del resto – ha proseguito il ministro – una famiglia media americana che viene da noi investe in media 10-20mila dollari, quindi pagare 20 euro per la visita di un bene unico ci può anche stare“.

Le parole di Sangiuliano hanno attirato le critiche di molti esperti del settore, che lo hanno accusato di portare avanti una visione classista ed elitaria della fruizione dei beni culturali, che taglierebbe fuori le fasce più svantaggiate della popolazione.  A margine di una sua audizione alla Camera, il ministro ha risposto alle domande di Fanpage.it sul tema e ha difeso la sua posizione.

La difesa di Sangiuliano

"Intanto non è vero che c'è stato l'aumento dei prezzi dei musei – ha detto Sangiuliano -. C'è stato soltanto un direttore di museo, il direttore degli Uffizi Schmidt, che nella sua autonomia gestionale ha deciso di aumentare il prezzo. Sulla cosa io sono stato d'accordo". Il ministro ha proseguito, spiegando: "Noi diamo una domenica gratuita al mese a tutti quanti. Io poi ho allargato i giorni gratuiti perché ho aggiunto il 25 aprile, il 2 giugno e il 4 novembre". E ancora il ministro ha elencato le facilitazioni per i giovani, i disabili, gli insegnanti gli anziani. "Mi pare che su questo punto l'Italia faccia tantissimo".

Insomma, Sangiuliano respinge le critiche di chi ritiene che voglia far diventare i musei un bene di lusso, riservato ai turisti che possono pagare certe cifre. "Chi non può permettersi il costo del biglietto, può andare nei giorni gratuiti", taglia corto il ministro. D'altra parte, secondo il titolare del dicastero, l'aumento dei prezzi risponde all'esigenza di adeguarsi agli standard europei. In realtà, è stato fatto notare come l'ingresso ad alcuni tra i maggiori poli museali del continente costi molto meno dei 25 euro stabiliti dal direttore degli Uffizi,, dal Louvre (15 euro) al Prado (15 euro), fino al Partenone (dai 10 ai 15 euro). E ci sono anche luoghi, come l'Inghilterra, dove l'accesso è sempre gratuito.

"Nel modello inglese, c'è un sistema di detrazioni fiscali da parte dei privati che contribuiscono al mantenimento del museo che nel nostro Paese non esiste, ma che si potrebbe anche pensare lontanamente di fare", ribatte sul punto Sangiuliano. "Per quanto riguarda gli altri Paesi, loro hanno i giorni gratuiti?", si chiede poi il ministro. La risposta è sì. Per esempio, al Prado di Madrid si entra gratis ogni giorno, nelle ultime due ore di apertura. Al Louvre ogni primo sabato del mese. Entrambi prevedono poi una lista di categorie esonerate dal pagamento simile, se non maggiore, rispetto a quelle dell'Italia.

L'attacco dell'opposizione

Le risposte di Sangiuliano non soddisfano l'opposizione. Il deputato del Pd e membro della commissione Cultura della Camera Matteo Orfini attacca: "Non si deve trattare la cultura come una merce o come un lusso. Il tema semmai è come portare nei musei o in un teatro, in un cinema, a un concerto che oggi non ci va". E continua: "È  chiaro che se ragioniamo solo su quanto produce la cultura in termini di entrate per lo Stato, si rischia di avere un effetto opposto". Secondo Orfini però da parte del governo "non mi sembra  ci sia una grande voglia di investire in cultura e di considerarla uno degli strumenti attraverso cui si ricostruisce una comunità e si rafforza la democrazia".

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