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Multe più alte in base al reddito: così il ministero dei Trasporti cambierà il codice della strada

Il viceministro ai Trasporti Galeazzo Bignami ha lanciato una proposta: aumentare le multe stradali in base al reddito. La proposta è già realtà in molti Paesi europei.
A cura di Annalisa Cangemi
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Aumentare le multe stradali, tenendo conto del reddito. In questo modo la sanzione sarebbe proporzionata al portafoglio di chi viola il codice della strada. È questa l'idea del ministero dei Trasporti guidato da Matteo Salvini, in base alle anticipazioni date dal viceministro alle Infrastrutture e Trasporti Galeazzo Bignami.

"Potremo introdurre un incremento di sanzioni (stradali ndr.) in base al reddito", ha detto ieri il membro del governo nel corso della presentazione del rapporto Dekra sulla sicurezza stradale.
"Nell'ambito della revisione del codice la strada che Salvini ha annunciato – ha precisato Bignami – svolgeremo un approfondimento specifico anche sulla possibilità di realizzare una proporzionalità tra il reddito e le sanzioni, perché se la sanzione ha evidentemente una natura anche afflittiva, una persona che ha un reddito più elevato può evidentemente essere afflitta da un punto di vista di contrasto ai fenomeni di sicurezza stradale con una sanzione più elevata". 

L'idea non convince però Azione di Carlo Calenda, che si esprime attraverso Osvaldo Napoli, responsabile Infrastrutture e trasporti del partito: "Non conosce soste l'impegno della destra per trasferire il ceto medio sotto la soglia della povertà. L'ultima follia, perché di questo si tratta, è la proposta del vice ministro alle Infrastrutture, Galeazzo Bignami, di prevedere le multe per infrazioni al codice della strada da pagare in base al reddito. Non contento di tagliare la rivalutazione delle pensioni superiori a cinque volte il minimo, il governo pensa a una misura socialista (di sociale non c'è nulla). Qualche anno fa un altro socialista, Walter Veltroni, immaginò di introdurre l'abbonamento all'Atac da pagare sempre in proporzione al reddito. Così, pagando tasse, tributi e gabelle in base al reddito, si potrà costruire la società del "socialismo reale" che non è riuscita al Pci".

"Piccola questione al vice ministro Bignami: gli evasori fiscali, totali o parziali, pagheranno le multe al minimo o per niente. Suggerimento alla presidente Meloni: chieda e pretenda da tutti i componenti del governo di sottoporre alla sua attenzione ogni dichiarazione. Si risparmierebbero tante idiozie agli italiani frastornati da tanti fuochi d'artificio". 

Ma come funziona nel resto d'Europa? In molti Paesi l'idea lanciata da Bignami è già realtà. In Finlandia per esempio la misura è stata introdotta già negli anni Venti. Avviene normalmente in Germania, Danimarca, Svezia, Francia, Svizzera, Belgio e Gran Bretagna, ultimo Paese ad aver introdotto il sistema nel 2017.
A cambiare è però il metodo di calcolo della multa. In gran Bretagna, ad esempio, le infrazioni sono suddivise in ordine crescente di gravità. E la sanzione varia tra il 25% e il 175% del reddito settimanale dell'automobilista coinvolto a seconda della serietà della trasgressione, con un tetto massimo fissato a 2.500 sterline per una violazione commessa in autostrada e a 1.000 nella restante viabilità. In Finlandia invece, dove l'ammenda può arrivare a un sedicesimo del salario mensile, non c'è alcun limite.
Il record, però, riferisce il sito specializzato "Fleet magazine", è stato registrato in Svizzera. Nel 2010 un turista svedese con la sua Mercedes Sls Amg percorse il tratto Berna – Losanna a 290 Km all'ora, ovvero 170 Km/h oltre il limite consentito: la multa fu di 677.000 euro.

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