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Multe fino a 5 mila euro per chi diffonde fake news: il ddl bipartisan al Senato

La proposta stata presentata dalla senatrice Adele Gambaro di Ala-Scelta Civica ma ha raccolto adesioni da tutti i gruppi parlamentari. Prevede sia multe che sanzioni penali per chi diffonde notizie false sia sui social media, che su siti “non espressione di giornalismo online”.
A cura di Claudia Torrisi
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Al Senato è stato depositato un disegno di legge bipartisan contro le "fake news" – intese come creazione e condivisone di notizie intenzionalmente false. La proposta – dal nome "Disposizioni per prevenire la manipolazione dell'informazione online, garantire la trasparenza sul web e incentivare l'alfabetizzazione mediatica" – è stata presentata dalla senatrice Adele Gambaro, espulsa dal Movimento 5 stelle dopo aver criticato alcuni comportamenti di Beppe Grillo e passata ad Ala-Scelta Civica di Denis Verdini, ma ha raccolto adesioni da tutti i gruppi parlamentari: tra i firmatari ci sono esponenti di Pd, Forza Italia, Lega nord, Area Popolare, Cor, Gal, gruppo Per le Autonomie e Gruppo Misto. "Una battaglia a tutela dei cittadini che non deve lasciare fuori nessuno", ha detto Gambaro, che ha definito il suo provvedimento come "un primo passo per aprire un dibattito più ampio che non riguardi solo il mondo politico, ma tutti gli attori della società civile. Non vogliamo mettere un bavaglio al web né sceriffi, ma normare quello che è diffuso e non ha regole".

Il disegno di legge prevede sia multe che sanzioni penali per chi diffonde notizie false sia sui social media, che su siti "non espressione di giornalismo online". Incorrerà in un'ammenda fino a 5mila euro chi diffonda notizie false "esagerate o tendenziose che riguardino dati o fatti manifestamente infondati o falsi"; mentre se le fake news recano "pubblico allarme o nucumento agli interessi pubblici", oltre alla multa è prevista la pena della reclusione non inferiore a 12 mesi. Chi, invece, si rende "responsabile di campagne d'odio contro individui" o "volte a minare il processo democratico" sarà punito con la reclusione non inferiore a due anni e l'ammenda fino a 10mila euro.

L'articolo 3 del provvedimento è dedicato al "contrasto all'anonimato"; il 4 alla disciplina della rettifica. Chiunque prima di aprere un blog, sito diretto alal diffusione online di informazioni sarà tenuto all'invio tramite posta elettronica certificata di tutte le informazioni personali (nome e cognome, domicilio e codice fiscale) alla Sezione per la stampa del tribunale. I gestori delle piattaforme saranno anche chiamati a monitorare costantemente ciò che viene pubblicato, compresi i commenti: nel caso ne venga messo online qualcuno "falso, esagerato o tendezioso" dovranno rimuoverlo, o incorreranno in un'ammenda da 5 mila euro. Una parte del ddl, infine, è dedicato alle scuole: gli istituti dovranno individuare tra gli obiettivi formativi "l'alfabetizzazione mediatica" e formare i ragazzi "all'uso critico dei media online".

Gambaro ha spiegato che non è previsto nessun "intervento normativo per i giornalisti o per le testate giornalistiche registrate", l'obiettivo è "combattere la diffusione delle fake news, difendendo la differenza tra le bufale intese come satira e le notizie false che arrecano danni seri. Vogliamo garantire la trasparenza sul web e incentivare la alfabetizzazione mediatica attraverso la formazione dei giovani".

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