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Multa da 10mila euro e fermo per la nave Open Arms: aveva soccorso 132 persone a rischio

Fermo amministrativo per 20 giorni e multa fino a 10mila euro per la nave di Open Arms. Il provvedimento è scattato ieri al termine delle operazioni di sbarco a Marina di Carrara di 195 persone soccorse nel Mediterraneo centrale in diverse operazioni. Secondo le autorità avrebbe violato il decreto Piantedosi.
A cura di Annalisa Cangemi
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La nave di Open Arms è stata sottoposta a fermo amministrativo per 20 giorni e ora dovrà pagare anche una multa fino a 10mila. Il provvedimento è scattato ieri al termine dello sbarco a Marina di Carrara di 195 persone soccorse nel Mediterraneo centrale in diverse operazioni. Dopo i casi di Open Arms e Aurora, l'assetto veloce di Sea Watch, anche per la Sea Eye è scattata una multa (da circa 3mila euro) e un fermo amministrativo per 20 giorni.

La Open arms si stava dirigendo verso Carrara, come indicato da Roma, dopo aver soccorso alcuni migranti su un gommone nel Mediterraneo, quando ha ricevuto l'avviso di un altra imbarcazione in difficoltà, con 132 migranti a bordo. "Lo abbiamo comunicato a Roma" ma "ci hanno hanno detto che dovevano rispettare il decreto" e proseguire navigazione fino a Carrara. Open Arms ha quindi chiesto informazioni, per capire chi stesse seguendo il caso: "Ci hanno detto che la nostra assistenza non era necessaria perchè c'erano dei mezzi di soccorso nella zona dell'autorità competente".

Non avendo "avuto indicazioni su quali" fossero e sul loro arrivo "abbiamo allora deciso deciso di verificare la situazione e fortunatamente siamo riusciti a incontrare l'imbarcazione. Adesso stiamo parlando di un problema amministrativo" invece di persone che potevano affogare, ha spiegato Angelo Selim, primo ufficiale di coperta della Open arms. L'ong ha riferito di aver ricevuto un fermo amministrativo per 20 giorni "perché per le aurtorità non abbiamo rispettato il decreto Piantedosi".

Selim ha riferito che la seconda imbarcazione soccorsa, del tipo di quelle con due ponti, era in "sovraccarico e imbarcava acqua". Le persone erano sia "nella stiva che sopra, situazione super pericolosa, spesso succede che le persone a bordo quando avvistano" un'altra nave nei dintorni "dalla parte bassa salgono e la nave si capovolge: eventi" del genere sono giù accaduti "varie volte".

Così "una volta verificato lo stato precario dell'imbarcazione abbiamo deciso di procedere al soccorso. Poi" mentre procedevano per Carrara "abbiamo anche dovuto evacuare una persona a Lampedusa. Dopo non abbiamo più avuto comunicazioni da Roma". All'arrivo ieri a Marina di Carrara "io e il comandante e il capo missione siamo stati interrogati per 7 ore" e poi "ci hanno comunicato il fermo amministrativo della nave. Dobbiamo restare qui in porto" un "mezzo in meno nel Mediterraneo dopo più serve in questo momento. Anche altre due navi di ong nell'ultima settimana sono coinvolte in questi fermi, quindi tre navi non potranno fare quello che è necessario, cioè assistere le persone in alto mare".

Open Arms ha riferito però che nell'ultimo mese, in risposta alle richieste di supporto da parte della Guardia costiera italiana, ha effettuato fino a 7 operazioni di soccorso in un giorno, tutte coordinate dalle autorità italiane. "Oggi, senza alcun motivo e in modo del tutto incoerente, ci viene imposto l'obbligo di un solo soccorso in applicazione del Decreto Meloni".

Durante la missione 103, infatti, la nave umanitaria ha effettuato sette differenti operazioni di soccorso e 18 di assistenza in un solo giorno, "sempre coordinati dalla Guardia Costiera italiana, che peraltro, proprio in quelle ore, aveva le motovedette ferme perché prive di carburante".

"La nostra nave si è trovata in una situazione molto complessa: decine le imbarcazioni in condizioni di pericolo in alto mare e le autorità italiane non in grado di rispondere a tutte le richieste di aiuto. Per questo ci è stato richiesto proprio da queste ultime di intervenire e dare loro supporto", denunciano ancora dall'organizzazione umanitaria.

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