Mulé (Forza Italia) dice che il salario minimo è nemico del lavoro: “È mortificante”
Per il deputato di Forza Italia Giorgio Mulé il salario minimo è nemico del lavoro perché mortificante. Lo ha detto intervenendo alla trasmissione Agorà, su Rai 3, parlando della proposta per cui spingono le opposizioni per aumentare gli stipendi, che sono ormai fermi dagli anni Novanta nonostante il costo della vita sia notevolmente aumentato. "Il salario minimo è il nemico del lavoro, perché è mortificante. Chi guadagna oggi 11 o 12 euro verrà pagato 9 euro", ha detto.
La posizione del governo sul salario minimo
Sul salario minimo la maggioranza non ha mai nascosto la sua opinione. Giorgia Meloni ha messo in chiaro che per alzare le buste paga la giusta via è quella del taglio del cuneo fiscale, in quanto il salario minimo è una buona idea sulla carte, ma poco utile nella pratica. Non sembrano essere della stessa opinione a Bruxelles. L'Italia è uno dei pochi Paesi dell'Unione europea a non prevederlo. Il commissario Ue per il Lavoro, Nicolas Schmidt, intervenendo al festival dell'Economia di Torino, ha messo in chiaro che avere una soglia minima oraria di stipendio può dare esiti molto positivi sul piano economico, spingendo la produttività.
Le proposte di legge alla Camera
In commissione Lavoro alla Camera oggi sono previste delle audizioni in materia di salario minimo, precisamente su alcune proposte di legge presentate da alcuni deputati di opposizione. Una è quella a prima firma Fratoianni, dell'Alleanza di Verdi e Sinistra, che sottolinea come i lavoratori a rischio povertà siano aumentati dopo la pandemia, ragion per cui è oggi ancora più necessario introdurre un salario minimo. In Italia è prevista la contrattazione collettiva, è vero, si legge nel testo della proposta di legge, ma bisogna anche considerare come negli anni siano aumentati i cosiddetti contratti pirata, che non garantiscono sufficienti tutele.
Un'altra proposta è quella presentata dai dem Serracchiani, Orlando e Sarracino, per cui ci sono ancora troppi lavoratori poveri in Italia per pensare che non serva un soglia minima di stipendio. Bisogna farlo, si legge, "per garantire a ogni lavoratore un trattamento economico equo e, come sancisce l’articolo 36 della Costituzione". La proposta cita anche la direttiva dell'Ue sui salari minimi, che ha appunto l'obiettivo di assicurare ai lavoratori maggiori tutele. L'ex ministro Orlando ha presentato anche un'altra proposta di legge, che richiama sempre all'articolo 36 della Costituzione e ribadisce che le contrattazioni collettive e i minimi salariali non sono in contraddizione tra loro e possono coesistere per assicurare a tutti un trattamento economico complessivo dignitoso. Sempre dal Partito democratico, anche il deputato Laus ha presentato una proposta di legge, sulla stessa linea di quella dei colleghi di partito, per "contrastare il dumping contrattuale e qualsiasi forma di corsa al ribasso in materia salariale" e "rafforzare e ricomporre il sistema della rappresentanza, attraverso meccanismi certi e condivisi di misurazione della rappresentatività delle organizzazioni sindacali e datoriali".
A Montecitorio è stata anche presentata una pdl del Movimento Cinque Stelle a prima firma Conte, che ribadisce la diffusione del lavoro povero, soprattutto tra i giovani che rischiano di avere un giorno pensioni sotto la soglia di povertà. Anche in questo caso si cita la direttiva europea: "L'introduzione di una disciplina legale sul salario minimo costituirebbe un ulteriore e indispensabile tassello al raggiungimento degli obiettivi ispiratori che dovranno essere perseguiti dagli Stati membri nella realizzazione dei Piani nazionali di ripresa e resilienza nell’ambito del programma straordinario di investimento denominato Next Generation EU".
Infine, l'ultima proposta sul tema presentata alla Camera è quella a prima firma Richetti, deputato di Azione. Sul salario minimo, infatti, il Terzo polo è d'accordo con il centro sinistra e nella sua pdl ribadisce l'importanza di fornire garanzie anche ai lavoratori che non sono coperti da contrattazione collettiva o quelli che sono costretti a contratti pirata.