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News sul caso Daniela Santanchè

Mozioni di sfiducia a Santanchè e Salvini, doppio voto in Parlamento: cosa può succedere

Al voto in Parlamento le mozioni di sfiducia contro due ministri del governo, Santanchè e Salvini. Il voto tra mercoledì e giovedì. Ecco cosa può succedere.
A cura di Annalisa Cangemi
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Settimana calda per il governo e in particolare per due suoi ministri, la ministra del Turismo Daniela Santanchè e il ministro dei Trasporti Matteo Salvini. Per la prima il testo della mozione di sfiducia presentata dalle opposizioni, alla luce dell'indagine della Procura di Milano sul caso Visibilia, approderà alla Camera domani, mercoledì 3 aprile. Per il vicepremier leghista invece, sempre tra mercoledì e giovedì, dovrebbe arrivare in Aula a Montecitorio la mozione di sfiducia delle opposizioni, che riguarda i rapporti della Lega con il partito Russia Unita, che le forze di minoranza chiedono da tempo di chiarire.

La vicenda legata al vicepremier non sembra impensierire troppo il governo: l'Aula della Camera è chiamata a votare la mozione di sfiducia a Salvini, presentata da Azione e firmata dai leader di Pd, M5s e Avs. Carlo Calenda continua a chiedere a Salvini di dimostrare la rottura dell'accordo con il partito russo, offrendogli in cambio il ritiro della mozione. Ma il ministro dei Trasporti sulla questione non interviene e non ha ancora sciolto le riserve sulla sua presenza in Aula per la discussione.

Ma il vero tallone d'Achille per il governo è la vicenda della ministra del Turismo, finita al centro dell'indagine della procura di Milano sulla cassa integrazione Covid della società Visibilia, che sta creando tensioni nella maggioranza. Non sono esclusi colpi di scena, compresa l'ipotesi dimissioni, che la diretta interessata si è affrettata a smentire: "Nessuno mi ha chiesto di dimettermi", ha assicurato Santanchè. Ma secondo qualcuno la stessa premier Giorgia Meloni le avrebbe chiesto almeno una riflessione.

La preoccupazione è che a una bocciatura della mozione di sfiducia della ministra, possano seguire sviluppi giudiziari capaci di mettere in imbarazzo l'esecutivo, anche perché si rincorrono le voci sull'imminente chiusura della seconda tranche d'inchiesta sul gruppo fondato dalla ministra. E tutto questo nel bel mezzo di una primavera elettorale che, da qui a giugno, sarà segnata anche da una sfida tra gli stessi alleati del centrodestra, che dovranno cercare di apparire uniti comunque. I leader, dalla premier Meloni ai due vice Matteo Salvini e Antonio Tajani, si dicono certi della tenuta e coesione della coalizione, e le dichiarazioni mantengono una linea garantista, ma non è un mistero che il caso Santanchè agiti non poco i partiti di maggioranza. Per questo qualcuno spera che la ministra, per questioni di opportunità e responsabilità, faccia da sola un passo indietro, soprattutto in caso di una richiesta di rinvio a giudizio da parte della procura di Milano.

"Deciderà lei, in quel caso. Nessuno glielo chiederà. Al momento non c'è alcun rinvio a giudizio e le mozioni di sfiducia a Salvini e Santanchè verranno respinte nettamente e senza problemi. In caso di rinvio a giudizio sarà Santanché a decidere che fare. Se in quel caso dovesse fare un passo indietro sarà il Presidente del Consiglio a decidere il da farsi mantenendo invariati gli equilibri nella maggioranza", ha detto il vicecapogruppo vicario del Senato di Fdi, Raffaele Speranzon ad Affaritaliani.it.

Intanto ieri il Pd si è fatto sentire, con un ‘pesce d'aprile' sui social in cui ha annunciato le dimissioni della ministra Fdi. In una card pubblicata dai dem si legge infatti: "Santanchè si è dimessa. *pesce d’aprile, purtroppo. Ma non ci arrendiamo, ogni giorno in più da ministra è un’offesa alle istituzioni del Paese". Ma Fratelli d'Italia è pronto a blindarla, in vista del voto in Aula, dove cercherà di assicurare una massiccia presenza di deputati meloniani. L'obiettivo è quello di evitare sorprese, alzando una barriera in difesa della ministra del Turismo. Qualora venisse respinta la mozione di sfiducia, Santanchè rimarrebbe al suo posto, almeno per ora.

A Montecitorio sono in programma due giorni di sedute notturne, mercoledì e giovedì, e non è escluso che il verdetto dell'Aula possa arrivare prima del prossimo weekend.

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