Mozione opposizioni chiede dimissioni di Delmastro e Donzelli: Pd-M5s e Terzo Polo si compattano
"Hanno fatto una mozione, vedremo in aula". Il sottosegretario alla Giustizia, con delega al Dap, Andrea Delmastro Delle Vedove (Fdi), commenta così la richiesta di dimissioni avanzata dalle opposizioni, dopo che il membro del governo ha passato documenti riservati al collega di partito, e vicepresidente del Copasir, Giovanni Donzelli.
Le informazioni riguardavano alcuni colloqui che l'anarchico Cospito ha avuto in carcere con altri detenuti mafiosi al matrimonio 41-bis, con il proposito di far abolire il ‘carcere duro'. Per quelle rivelazioni, utilizzate poi da Donzelli in Aula contro alcuni parlamentari del Pd, la Procura di Roma ha aperto un fascicolo, a partire da un esposto presentato dal deputato e co-portavoce nazionale dei Verdi Angelo Bonelli. Rivelazione del segreto d'ufficio è il reato ipotizzato nel fascicolo a carico di ignoti.
Il capo del Dap Giovanni Russo è stato ascoltato nei giorni scorsi, come persona informata sui fatti, dai magistrati della Procura di Roma nell'ambito dell'indagine. Nel corso dell'attività istruttoria sono stati sentiti nella stessa veste anche l'ex capo del Gruppo operativo mobile (Gom) della polizia penitenziaria, Mauro D'Amico oltre all'attuale direttore, Augusto Zaccariello.
La mozione unitaria delle opposizioni: quando si vota
Il M5s ha annunciato per primo una mozione per chiedere le dimissioni del sottosegretario Delmastro e del deputato Donzelli la scorsa settimana: "Noi siamo stati primi a presentare una mozione censura per le dimissioni di Delmastro e di Donzelli – ha detto oggi Conte – e confermiamo la richiesta. Sono due esponenti politici che hanno incarichi istituzionali e hanno divulgato informazioni riservate anche se non segrete. Delmastro e Donzelli sono inadeguati a ricoprire quel ruolo". Sulla mozione il Movimento su muoverà insieme al Partito Democratico e alle altre opposizioni.
Per il momento le mozioni presentate alla Camera sarebbero due: una di Pd-Avs per impegnare il governo a "invitare" Delmastro "a rassegnare le dimissioni da sottosegretario". L'altra del M5s per impegnarlo "ad avviare immediatamente le procedure di revoca" della nomina. Ma appunto da parte di entrambi i gruppi di opposizione c'è la disponibilità a convergere su un testo unitario.
"La mozione che abbiamo presentato insieme alle opposizioni per le dimissioni del sottosegretario Delmastro è un passaggio ineludibile. Tecnicamente è l'unica via per indurlo a lasciare il suo incarico", ha spiegato ieri Marco Grimaldi, vicecapogruppo Avs alla Camera. A differenza dei ministri, infatti, i sottosegretari non possono essere sfiduciati direttamente. Sono nominati con decreto del presidente della Repubblica, su proposta del premier, sentito il Consiglio dei ministri, e così la revoca deve passare in Consiglio dei ministri, e poi essere decretata dal Capo dello Stato.
"Di fronte all'incredibile copertura offerta dalla presidente del Consiglio Meloni ai due esponenti di Fratelli d'Italia – ha aggiunto Grimaldi – non resta che insistere nella nostra denuncia: il comportamento dei due coinquilini li rende inaffidabili, hanno rotto la catena di garanzie istituzionali che è a fondamento dello Stato di diritto. Oggi rivelazioni di materiale sensibile e non divulgabile usato come clava contro le opposizioni, ci chiediamo quale potrebbe essere il prossimo passo, un bel dossieraggio?".
Anche Carlo Calenda, leader del Terzo Polo, è intenzionato ad appoggiare la mozione proposta dal centrosinistra, "perché è netto che la ragione stia dalla parte del Pd", ha detto l'ex ministro. "Noi l'abbiamo sempre detto che sulle questioni che riguardano i diritti ci sarebbe stata un'opposizione intransigente. Qui stiamo parlando dell'uso d'informazioni riservate nella disposizione di un sottosegretario alla Giustizia che vengono usate contro l'opposizione. È inaccettabile".
"Nordio ha detto una bugia, perché se io fossi andato al ministero a chiedere quei documenti non me li avrebbero dati", ha aggiunto Calenda.
Il testo sta prendendo forma in queste ore, ma comunque il voto slitterà alla prossima settimana, dopo le regionali. Una prova che potrebbe creare qualche tensione all'interno della maggioranza, come già accaduto con le dichiarazioni dell'azzurro Mulè, raccolte in un'intervista da Fanpage.it. La Conferenza dei Capigruppo dovrebbe calendarizzare il voto (a scrutinio palese) alla ripresa dei lavori dopo la sospensione per le elezioni in Lazio e Lombardia e, probabilmente, dopo la nuova informativa del ministro Carlo Nordio del 15 febbraio alla Camera.