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Mozione di sfiducia a Bondi, martedì la decisione: probabile il rinvio

Ore di attesa per Sandro Bondi, il Parlamento è chiamato ad esprimersi sulle due mozioni di sfiducia presentate nei suoi confronti per i crolli di Pompi ed i tagli alla cultura. Ma il voto previsto per giovedì rischia di slittare.
A cura di Alessio Viscardi
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È cominciata oggi alla Camera la discussione sulle mozioni di sfiducia a Sandro Bondi, il ministro per i Beni Culturali finito nel mirino per i crolli di Pompei e per i molti sprechi del ministero. Le mozioni sono due, presentate da Pd/Idv e Polo della Nazione. Il voto era previsto per mercoledì, al massimo giovedì, ma si profila lo slittamento per la coincidenza con il voto del documento sulla persecuzione dei cristiani che si terrà al Consiglio d'Europa il prossimo 27 gennaio. Il calendario dovrà essere fissato domani, martedì, ma se non ci sarà l'unanimità toccherà al presidente della Camera, Gianfranco Fini, stabilire le date in cui saranno discusse e votate le mozioni.

L'Italia dei Valori aderisce all'istanza presentata dall'Unione di Centro per spostare il voto, il Popolo della Libertà non si è ancora espresso – ma è probabile che sia favorevole – mentre non si conoscono ancora le decisioni prese dal Partito Democratico. Pd e Idv sostengono ancora che il Ministro Bondi debba dimettersi, in particolar modo per i crolli avvenuti nel villaggio archeologico di Pompei, per i tagli alla cultura e le vicende personali in cui è stato coinvolto: favoritismo per il figlio della moglie ed un inedito premio costosissimo consegnato ad una regista amica del Premier al festival di Venezia. Giovanna Melandri, ex Ministro della Cultura nell'esecutivo Prodi, ha dichiarato oggi che dietro l'operato di Sandro Bondi si nasconde il modo di agire tipico di questo governo: “con la cultura non si mangia”, ma dichiarò il Ministro Giulio Tremonti.

Per Fabrizio Cicchitto, capogruppo del Pdl alla Camera, la mozione di sfiducia per Sandro Bondi rappresenta una forzatura rispetto a una situazione già molto tesa: “Una mozione ad personam che è stata preceduta da ben due voti di fiducia al governo e che quindi rientra in una logica di personalizzazione e demonizzazione dello scontro”. La mozione di sfiducia presentata dal Polo della Nazione è ancora valida, ma il l'alleanza Fini – Rutelli – Casini dice pronta a ritirarla qualora il ministro accetti una serie di interventi “riparatori” al proprio operato: finanziamento e centralizzazione delle iniziative culturali.

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