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Movimento 5 Stelle, nuovo ricorso a Napoli contro voto su statuto ed elezione di Conte presidente

A un mese dal voto che ha confermato il nuovo statuto e la presidenza di Giuseppe Conte, viene presentato un nuovo ricorso al Tribunale di Napoli da parte di attivisti del Movimento 5 Stelle.
A cura di Tommaso Coluzzi
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Per il Movimento 5 Stelle i problemi sembrano non finire mai. A un mese dal nuovo voto che ha confermato lo statuto e l'elezione di Giuseppe Conte a presidente del partito, al Tribunale di Napoli è stato presentato un altro ricorso. Lo ha annunciato l'avvocato Lorenzo Borrè, che difende anche in questa occasione gli attivisti pentastellati. Già era stato sollevato un contenzioso sull'approvazione dello statuto precedente, che aveva portato al nuovo voto e, appunto, alla rielezione di Conte. La nuova impugnazione, però, si riferisce al voto più recente, quello di fine marzo, che è stato sostanzialmente una riedizione del precedente in termini di contenuto dei quesiti.

"A chi derubrica le regole a cavilli abbiamo contestato 18 violazioni di carattere sostanziale, perché la democrazia è questione di sostanza", dicono i ricorrenti rappresentati da Borrè. Poi chiedono l'intervento del fondatore del Movimento: "Sino all'ultimo abbiamo sperato in un intervento riparatorio di Beppe Grillo in qualità di Garante, che nell'ultima occasione in cui il Tribunale di Napoli accolse le nostre istanze si dichiarò ‘condom per la protezione del Movimento' ma purtroppo da parte sua c'è stato solo silenzio".

Poi l'attacco va avanti: "Abbiamo depositato ufficialmente un nuovo ricorso costretti dal perdurare della conduzione autoreferenziale del Movimento 5 Stelle da parte di un manipolo di persone autoproclamatosi ‘dirigenza' – dicono ancora i ricorrenti – Il Movimento al quale siamo iscritti non doveva essere questo e i risultati del nuovo corso condotto in modo oligarchico e vestito da partito sono sotto gli occhi di tutti, e restituiscono la cifra del danno che ha cagionato la nuova ‘dirigenza' in violazione delle regole interne". E ancora: "Siamo costretti a ricorrere ancora una volta alla giustizia, per difendere quei valori e quei principi nei quali, insieme a Gianroberto Casaleggio, abbiamo creduto e continuiamo a credere in questi anni e nei quali hanno creduto milioni di altri cittadini come noi" .

Nello specifico la contestazione riguarda "la legittimità della convocazione dell'assemblea per le modifiche statutarie da parte di soggetti che non avevano titolo per farlo, in quanto non rivestivano alcuna delle cariche previste dalla versione dello statuto vigente al momento della convocazione". Il riferimento è, chiaramente, all'ultimo voto di fine marzo. Per quanto riguarda i contenuti, invece, viene fatto presente che "l'impugnazione riguarda anche le elezioni o nomine delle altre cariche statutarie in quanto la candidabilità è stata ristretta ai soli iscritti eletti o ex eletti nelle istituzioni. Il nodo centrale della nuova impugnazione è la violazione del principio di parità dei diritti degli associati".

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