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Mose, ora spunta il “tesoro” di Giancarlo Galan

L’ex Governatore del Veneto nega tutti gli addebiti sull’inchiesta Mose: intanto però si indaga su società, partecipazioni, immobili e pacchetti azionari a lui riconducibili.
A cura di Redazione
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Non accenna a placarsi il clamore suscitato dall'inchiesta degli appalti per il Mose, che ha portato all'arresto di imprenditori, politici e professionisti (tra cui anche il Sindaco di venezia Orsoni, ora ai domiciliari), al coinvolgimento di decine di figure di primo piano nel settore dell'imprenditoria e della politica e alla richiesta di arresto per l'ex Governatore della Regione Veneto, il forzista Giancarlo Galan. E proprio intorno alla figura dell'ex ministro, che ha sempre negato ogni addebito, spiegando di non essere mai stato a conoscenza delle operazioni condotte (forse "in suo nome) da alcuni suoi collaboratori finiti nel mirino degli inquirenti, si stanno concentrando alcuni rilievi investigativi di una certa rilevanza.

È il Fattoquotidiano, in un approfondimento di Stefano Feltri e Antonio Massari, a provare a ricostruire la "galassia – Galan", ovvero l'insieme di partecipazioni azionarie, società, titoli, immobili e possedimenti vari, che sarebbero riconducibili all'esponente forzista. Analizzando le carte dei magistrati e le intercettazioni agli atti, emerge addirittura la presenza della mano lunga di Galan in una operazione con don Pierino Gelmini; scrivono Feltri e Mssari: "Nella galassia di società ricostruita dagli inquirenti compare anche la Società Agricola Frassineto Sas, gestita dalla Margherita srl, holding dei coniugi Galan che la detengono interamente. La tenuta agricola, che si trova tra Ravenna e Bologna, secondo gli investigatori ha un valore stimabile in 920mila eur. E nel 2008 la società controllata dai Galan decide di acquistare da don Pierino Gelmini – per la precisione dalla sua comunità incontro – una tenuta vastissima. Siamo nel periodo di grande difficoltà per il sacerdote, da poco accusato e indagato per abusi sessuali."

A Galan (alla moglie, in realtà) farebbe capo anche una quota della Amigdala, "una società con capitale sociale da 50mila euro che allo stato risulta inattiva e che si occupa di servizi finanziari, mobiliari e commerciali"; nonché alcune quote della "Margherita", una società che controlla il 10 percento di Energia Green Power, "frutto di una scissione di un ramo d'azienda della Green Power madre, appena quotati in borsa", che ha "chiuso il suo primo anno con ricavi di circa un milione e capitale sociale di 100mila euro".

Anche il Mattino di Padova ricostruisce l'impero dei Galan: "L’holding di famiglia si chiama come la figlia più piccola, Margherita Srl, al 100% dei coniugi Galan. A questa società, fanno riferimento la tenuta agricola Frassineto Sas, tra Casola Valsenio e Castel del Rio, per la procura al 70% riconducibile ai Galan, per un valore di 920 mila euro; c’è poi la San Pieri Srl, con partecipazioni nel settore energetico: il 21% della quale, per i finanzieri riferibile ai Galan per un valore di 1,323 milioni".

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