Morto Licio Gelli, l’uomo della P2
Si è spento, all'età di 96 anni, Licio Gelli, il controverso "venerabile maestro" della loggia massonica P2. Gelli, che era da tempo ricoverato in ospedale a causa di una serie di problemi fisici, si è spento nella sua casa di Arezzo, dove era stato trasportato per volere dei suoi familiari quando i medici avevano capito che non gli restava molto tempo a disposizione.
Gelli era nato a Pistoia nel 1919 e aveva aderito fin da giovanissimo al Partito Nazionale Fascista, fino a recarsi in Spagna a combattere al fianco dei franchisti. Dopo un breve periodo come "fedelissimo di Mussolini", Gelli passò al campo antifascista, prendendo parte ad alcune azioni partigiane. Molti anni dopo però rivendicherà la sua fede politica: "Sono fascista e morirò fascista".
Nel dopoguerra cominciò a "frequentare" ambienti legati ai servizi segreti e entrò in contatto con la massoneria italiana e internazionale.
Il suo nome è indissolubilmente legato alla loggia massonica Propaganda 2, la P2 appunto, di cui divenne Maestro nei primi anni sessanta. Molto si è scritto intorno all'attività di Gelli nella loggia P2, cui nel corso degli anni aderirono politici, imprenditori, industriali, militari, banchieri: un elenco lunghissimo di nomi, solo parzialmente reso pubblico a seguito di inchieste della magistratura.
La P2, con il suo piano di rinascita democratica (redatto da Francesco Cosentino e condiviso da Gelli), mirava essenzialmente a controllare i gangli vitali dell'apparato statale, piazzando ovunque uomini i propri uomini fino al sovvertimento dell'ordine costituito.
L'elenco parziale degli iscritti alla P2 fu, come dicevamo, recuperato dai magistrati che indagavano sul caso Sindona: alla loggia erano affiliati i vertici dei servizi segreti, ma anche deputati, senatori, imprenditori (come Silvio Berlusconi) e personaggi del mondo del giornalismo e della televisione (come Maurizio Costanzo). Da sempre si ritiene che la lista fosse incompleta e sono state molte le ricostruzioni giornalistiche che hanno rilanciato l'ipotesi di un coinvolgimento delle alte sfere delle istituzioni e della politica italiana, occultato probabilmente da ambienti legati ai servizi segreti.
La Commissione parlamentare di inchiesta sulla P2 concluse che la loggia fosse "un elemento di peso decisivo in vicende finanziarie, quella Sindona e quella Calvi, che hanno interessato il mondo economico italiano in modo determinante" e in definitiva che il sistema messo in piedi da Gelli si rivelasse come "come elemento di peso decisivo in vicende finanziarie, quella Sindona e quella Calvi, che hanno interessato il mondo economico italiano in modo determinante".
Nel corso degli anni, Licio Gelli ha subito diverse condanne (calunnia, bancarotta fraudolenta e rivelazione di segreti di Stato).